Scritto da: Christabella del Mar
in Diario (Quotidianità)
Io sono l'inizio del mio spettacolo teatrale! Non importa se è tragico o allegro, l'importante è alzare il sipario ogni mattina.
Composto martedì 14 aprile 2015
Io sono l'inizio del mio spettacolo teatrale! Non importa se è tragico o allegro, l'importante è alzare il sipario ogni mattina.
Tutto tace! È domenica! Mentre la caffettiera sul fuoco comincia ad emanare il suo profumo, mi vesto per recarmi in laboratorio! Uno sguardo ai cuccioli che dormono accovacciati tra le braccia di mamma, mi scappa un sorriso tra un beati loro e un fortunato io! Buona domenica.
Sei pronto a ricevere del pazzo? Se pensi come tutta la massa che ti circonda, allora sei normale. Cerca di non mostrarti troppo alle persone che ancora dormono e non vogliono essere svegliate! Evita di smuovere le coscienze, non è ancora il momento! Meglio se confidi quello che pensi alla solitudine, lei nell'avvolgerti non giudica. Vorrei gridare... rimango in silenzio! Riempitela voi la testa delle persone con belle parole, io non ho più nulla da dire.
Sono stufo di rincorrermi! Spiriti della calma, datemi un momento di respiro. Ogni volta che salto un ostacolo se ne presentano altri tre! Qualcuno dice che così è la vita, fanculo se è veramente come dicono, non basta avere solo ventiquattro ore al giorno! Mi accontento di dormire solo tre ore a notte, se continuo così a cinquant'anni vedrò i campi elisi o l'inferno.
Stringi forte la mia mano! Afferrala, non ti lascio. Abbracciami! Scarica pure la tua rabbia battendo i pugni sulle mie spalle mentre mi trattieni. Piangi! Svuota tutte le tue lacrime starai meglio vedrai. Camminiamo pure senza meta, ma non smettere di parlare, voglio ascoltarti! Prendi ogni cosa che ho ancora di buono, non temere per la mia fragilità, sono forte più di quanto pensi! Fatti aiutare a ritrovarti, ma non smettere mai di parlare, altrimenti cadiamo entrambi nella trappola della solitudine! Urla forte, più forte che puoi, facciamo fuggire il silenzio! Riempiamo ogni spazio intorno a noi, non dobbiamo permettere al vuoto di radicare nei nostri cuori Sono sicuro che dal tuo oblio usciremo vincenti, sarà anche la mia vittoria! Grazie per avermelo permesso.
Mi sento a disagio! Questo non è il mio posto e neanche il mio tempo! Dove sono finiti tutti? Mi tornano in mente ricordi sfuocati di quando ero bambino. La mia ricchezza stava nelle tasche dei miei pantaloni. Nel suo interno c'erano riposte solamente delle biglie magicamente colorate, una cordicella per costruire un'arco e un coltellino per fare delle punte alle frecce. All'imbrunire mia madre mi chiamava dalla finestra per farmi rincasare. Puntualmente facevo finta di non aver sentito, continuavo a tirare calci ad un pallone ormai più stanco di me! L'energia era interminabile, tra magliette sudate e voglia di giocare, correvamo, e come se correvamo... All'ultimo facevamo ancora una bravata prima di salutarci! Aspettavamo il camion delle bibite che effettuava l'ultima consegna al negozio di alimentari. Mentre quel povero Cristo si affaticava nel consegnare, noi arrampicandoci sulla sponda facevamo razzia di coca-cola e aranciata. Ridevamo talmente tanto che mentre ci scolavamo il bottino, a volte la bibita gassata ci usciva dal naso. Dove siete finiti tutti? Oggi vi vedo passare con le vostre giacche e cravatte più seriosi che mai. Quando mi incontrate accennate solamente un sogghigno stupido con un mezzo "ciao". Perché la vita vi ha induriti così tanto? Tornate a ridere come allora! Io lo faccio ancora.
Alzo le mani al cielo sporche di fango. Non importa quante volte scivolo in questa melma. Cado, annaspo, mi rialzo... Sarò sempre pronto ad utilizzare tutta la mia volontà ed energia per non lasciarmi andare.
Quel che mi scorre nelle vene è tutto vero! Capita a volte di voler tirare un pugno ad un vetro come se rappresentasse la fragilità dei valori per cui ho sempre combattuto. Poi mi piego per raccogliere i frammenti, mi accorgo che ogni singolo pezzetto è ancora dentro me! Continuamente sono in contrapposizione con me stesso. Sarà per questo motivo che mi amo e odio contemporaneamente. Nell'illusione di trovare l'equilibrio perfetto, continuo a tirare pugni e ad incollare questa vita di cristallo. Sono tante le ferite sanguinanti, voglio credere ancora di stupirmi.
Un giorno Dio mi invitò a sedere accanto a lui per giocare ad una partita di carte. Sapevo che era una partita importante per me. La partita che avrebbe cambiato il corso della mia vita. Guardandomi fisso negli occhi, mischiò per bene le carte. Mi servì cinque carte; donna di fiori, asso di picche, asso di fiori. Dieci di fiori, fante di fiori. Ero titubante nel dover scartare delle carte per richiedere quelle giuste. Sapevo fin da ragazzo che gli assi non si scartano mai. Decisi di tentare il colpo da maestro, quello di eliminare l'asso di picche per cercare disperatamente di avere il re di fiori o una carta simile per fare colore. Quando gli dissi che ne cambiavo una sola, mi sorrise. La presi in mano delicatamente e sfogliandola piano piano mi accorsi che non era la carta sperata. Donna di cuori, era la donna di cuori! Non mi restava altro che bleffare per la mia pescata.