Mi è venuto in mente il significato della domenica delle Palme. Gesù che fa il suo ingresso a Gerusalemme in groppa a un asino, mentre la folla lo acclama con rami di ulivo. L'ingresso di un re, che non vuole riconoscimenti su questa terra, se non il trionfo dell'amore e dalla pace. Sembrava che la folla lo avesse capito. Pace e amore, senza nessuna ostentazione, perché il suo regno non era di questo mondo. Eppure, cosa succede? La stessa folla, che lo seguiva, lo acclamava, raccontando i suoi miracoli, ha istigato la sua crocifissione. L'incoerenza della natura umana viene riassunta nell'esperienza su questa terra di Gesù. Prima lo hanno acclamato, invocato, seguito e poi dimenticato, insultato, umiliato, flagellato. Un apostolo lo ha venduto per trenta denari. Pietro, che tanto diceva, non ha esitato a rinnegarlo. Il tornaconto degli uomini è stato vissuto da Gesù nella sua esperienza da uomo. Tornaconto, egoismo ed ipocrisia. Il miracolo della Resurrezione chi lo ha capito? Chi lo seguiva, ma oggi c'è chi parla di religione fallimentare, rifugio e illusione di chi non ha altro da sperare. Dobbiamo rattristarci, o commiserare chi non crede? Forse l'uno e l'altro, con la speranza e la preghiera che l'ultima parola non ce l'abbia il male.
Composto martedì 23 aprile 2019
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