Scritto da: Asianne Merisi
in Diario (Quotidianità)
Mi abituo a non spaventarmi più.
Composto giovedì 17 gennaio 2019
Mi abituo a non spaventarmi più.
Chi nasce piuma non morirà pietra. Perché un sordo può imparare a sentire nei gesti, un avido vive e muore sordo, senza aver mai sentito un battito di cuore.
Chi non ha peccato in questa vita? Chi non ha sbagliato nel passato? E chi pensa che non sbaglierà più? Scelte sbagliate... forgiano scelte giuste... ti donano.
L'amore, è ogni piccolo granello di tempo che hai vissuto e che ti accingi a vivere. Nessuna vita altrui può dirti come vivere la tua... ma tu non voltare le spalle a chi prima di te ha vissuto. Perché è... l'esperienza che rende la vita bella da vivere.
Eternità? È la speranza dell'eterno ottimista... si fa verità nel sognatore... per poi riversarsi come angoscia nei pessimisti... ma forse il senso è tra questi intermedi che la rende un "eterno dubbio".
Siamo uno spazio piccolo in un mondo infinito.
Si nasce e si muore, in mezzo c'è l'operato, chi raccoglie e chi tira sterpaglie.
Hai la sfumatura della brezza, quando oscilli l'occhio si incanta. Hai il gesto che muove la danza, un perdersi illimitato sopra il tuo battito coperto di vento... tu spuma bianca che si infrange, tu piccole gocce di forza, dove si scopre la forza e l'armonia che vive e si lascia scivolare per poi rinascere. Musicale è il tuo corpo dove sorseggio la vita, intonato il tuo verbo dove vibro al suo interno. Tu, armonia di vento sillabato, costeggi l'umore e ne fai melodia.
Sei le parole che voglio sentire? Sei i baci che vorrei avere? Sei lo sguardo che mi sa guardare? E se ti chiedessi di baciarmi come se fosse la prima volta che prima, eh? Avresti la capacità di sfiorare le mie labbra con le tue dita senza che io possa solo pensare che tu lo faccia? Chissà se temi paure che io conosco e temi di viverle nelle più facili emozioni che possiamo provare... sei le mani che spogliano il mio timido corpo, rendendomi bella anche ai miei stessi occhi? Sei il ticchettio dell'orologio che misura il nostro tempo in questo mondo, mentre non lascia tempo nel nostro tempo? Sei il mio ascolto dell'anima che capisce e sa assomigliarmi? Solo se conoscerò queste risposte mi accorgerò di quanto sia denso quel piacere dell'attesa, perché io non so se sarò tua e tu mio... ora urla, muta presenza sconosciuta! Urla tra queste emozioni chiuse nel bosco... lascia che io sia complice discreta... lascia che io sia la voce del tuo silenzio... lascia che nelle grazie dei tuoi sensi possano perdersi i miei... e se di te la mia anima vuole godere, lasciati godere! E se la tua anima della mia vuole godere, apri l'infinito cuore e lasciami entrare... lasceresti un tulipano morire senza linfa? Lasceresti il disordine nella tua testa che complica la mia? Chi lo sa cosa eravamo... chissà cosa saremo... io so cosa siamo... e tu?
Se l'uomo riflettesse sul fatto che il mondo ha la capacità di rigenerarsi, penserebbe molto di più a come vivere bene la sua di vita... la quale non ha tali capacità.