Forse è vero. Io mi odio per davvero. Odio quando rido così forte che sembro una ritardata. Odio quando rispondo male alle persone a cui voglio bene e non ho il coraggio di chiedere scusa. Odio quando sono troppo possessiva verso chi mi importa. Odio quando le mie gambe non mi permettono di mettermi gli shorts o le gonne che io amo. Odio quando piango per la gente per cui conto zero. Odio quando mi faccio venire il mal di stomaco per un messaggio ricevuto. Odio quando non riesco a dire le parole che mi girano per la mente ed esce solo "ok va bene". Odio quando cerco di scrivere qualcosa, qualcosa su di me ed escono solo cose negative. Odio quando chi amo scappa perché ho un caratteraccio. Odio quando non so aspettare perché credo che il tempo sia il nostro peggior nemico. Odio quando do troppo a qualcuno e in cambio non ricevo altro che un calcio in culo. Odio quando vorrei piangere ma non lo faccio per non sembrare debole. Odio quando alla fine piango perché non riesco più a smettere. Quanto mio odio.
Dicono che quando si chiude una porta si apre un portone. Ma prima di chiudere la porta bisognerebbe lasciare fuori tutto l'amore, l'odio, la gioia, il rancore, il dolore, la tristezza e la rabbia che si ha provato. Quando si sarà pronti a chiudere la porta a chiave dietro alle proprie spalle allora, forse, si aprirà il portone. Se ciò accadrà si aprirà la porta ad una nuova vita con nuove esperienze e nuovi sorrisi. Ma dentro di noi rimarrà sempre quel qualcosa che ci dirà che tutto questo è strano. Ci eravamo abituati a quella persona per anni per poi essere abbandonati lungo il tragitto della vita. Ma non dobbiamo isolarci o disperarci perché si trova sempre qualcuno che ti farà sentire bene e ti amerà davvero e quanto meriti senza chiederti nulla in cambio se non il rispetto. Ed io ho trovato te!
Ci vuole un sacco di coraggio per amare una come me. Sono sempre ansiosa, me la prendo con niente, cambio umore ogni secondo. Non sono come tutte le altre, non sono sempre ben vestita e tirata a lucido. Se non mi va di prepararmi vado in giro in tuta e senza trucco. Non ho sempre i capelli in ordine, in certe occasioni non so nemmeno io che capelli ho. Non sono perfetta o intelligente. Sono nella norma, nulla di unico. Non so come fai ad amarmi. Io mi sarei già sparata in testa al tuo posto. Sono più le volte in cui faccio la bambina dispettosa o le volte che sclero e urlo a squarciagola, che le volte che sono buona e tranquilla. Io non mi sopporto, credo di essere orribile e insignificante. Ma se stai con me un motivo ci dovrà essere. Forse non sono così male. Forse posso piacerti così come sono. Forse. Già, forse. Ci vuole un sacco di coraggio, perché anche io a volte vorrei scappare da me stessa.
Tu che sei là su, mi manchi sai? A volte mi chiedo cosa stai facendo, se mi guardi, se ti ricordi ancora di me, se ci rivedremo. Ti penso così spesso che ci sono dei giorni in cui sono convinta che tu sia ancora qui con me, al mio fianco. Quando mi accorgo che non è così, mi sento morire. Mi manchi zio.
Pensi che loro ti abbiano portato via qualcosa, ma non è assolutamente vero. Perché tu sei Denise Rossi, via Gramsci, 21 anni, rossa dentro, donna con le palle e pallavolista con i fiocchi oltre che libri-dipendente.
E quando ti manca qualcuno alle due di notte è finita. Durante il giorno puoi distrarti, riesci a non pensarci. Ma quando ti manca qualcuno alla notte è finita. Vuol dire che quella persona era così importante da toglierti il sonno. E anche se passeranno giorni, mesi, anni ti mancherà sempre. E la mia mente cade sempre su di te che mi hai insegnato a vivere, a guardare le persone per quello che sono dentro e non per quello che sono fuori. Mi hai insegnato che una malattia non può toglierti il sorriso, ti può rendere solo più forte. Mi hai insegnato cosa vuol dire amare, amare qualcuno come se fosse tuo figlio anche se non lo è. Mi hai insegnato a vivere, e questo non lo potrò ma dimenticare. Anche se non ti vengo mai a trovare, non vuol dire che non ti pensi o che non ti voglio bene è che... è difficile. È difficile pensare che tempo fa ti tenevo per mano, ridevamo davanti alla televisione, stavamo distesi per ore sul divano a giocare, parlavamo di tutto mentre ora sei rinchiuso là dentro inerme. Perdonami se non ce la faccio a venirti a trovare, ma sappi che non ti dimenticherò mai. Zio, mi hai insegnato a vivere e io ora vivo per entrambi. Mi manchi.