Scritto da: Francesca Pastore
in Diario (Sentimenti)
Ho saputo mostrarti il mio cielo, a volte bianco a volte nero. Ho saputo ammirarti in silenzio accendendo un sigaretta, facendo tramontare le lacrime. Ho saputo liberare le tue braccia dal mio dolore che pesava inesorabile. Ho saputo amarti a tal punto da preferire le mie spine per i tuoi meravigliosi petali. È la tua scintilla libera la mia forza. È sapere di aver scelto di morire, nascosta nell'angolo più buio di questo universo, che i tuoi occhi rendono minuscolo e finito. Ho saputo fare tutto questo: darti il mio sangue muto, le mie labbra morte sorridenti, nascondere il vuoto spento solo per la tua stella. Ho saputo sì, l'ho sempre saputo, che non avresti mai accordato questo corpo gonfio di rimpianto. Ma questi miei occhi che viaggiano incessanti tra le ferite umane, diventano ebbri inchiodati alle scatole di uno sguardo. Amore mio, non mi credere non credere alla mia incessante bugia! Non credere alla falsa felicità che mostro. Almeno tu, non farlo! Tu che nel silenzio vedi la mia anima che sorge sempre per te. E anche se il disincanto distrugge questo gemente inchiostro, tu chiama la mia mano e stringila ancora, e ancora al tuo cuore! Offrimi ancora quel battito scattante e preciso, offrimi ancora le nuvole dei tuoi sogni morti. Offrimi ancora la spada per combattere la peste che mi devasta. Offrimi ancora al brina fresca del prato verde del tuo petto, perché ho paura che secchi. E il fiore della libertà non può e non deve seccare come la luce di questo mondo.
Commenta