Il cane non aveva pianto ma le fosse che aveva sotto agli occhi, che non potevano essere occhiaie, era solo una manifestazione palese della tristezza. Di non essere liberi, di non essere se stessi.
Composto lunedì 12 settembre 2022
Il cane non aveva pianto ma le fosse che aveva sotto agli occhi, che non potevano essere occhiaie, era solo una manifestazione palese della tristezza. Di non essere liberi, di non essere se stessi.
Quanto tempo perdiamo a rincorrere le persone? Quante volte amiamo a senso unico, quante volte ci preoccupiamo per gli altri, ma noi chi ci pensa? Quante volte non cogliamo l'attimo, quante volte dovremmo prendercì o bene quando vene...
Allora alla quasi vigilia dei miei trent'anni, via le persone negative che non portano luce nella mia vita, viva i progetti, i sogni e il presente da vivere, che se non vivi il presente non ci potrà essere futuro migliore.
Un giorno ci sarà qualcuno che ti porgerà la mano e tu sarai pronto a coglierla. Un giorno ci sarà qualcuno che non vorrà nascondersi dietro a futili scuse e si prenderà la responsabilità di renderti felice, perché senza di te la felicità è il nulla.
Sei consapevole che cadrai e ti farai male, cadrai ancora una volta e cadrai ancora, ma ti rialzerai perché ti basta essere sincera con te stessa per capire che non stai sbagliando.
Non avrai mai paura di queste cadute che ti lasceranno così tanti segni addosso che dentro non sentirai più nulla ad un certo punto, poi verrà quella persona, quella che si incontra una sola volta nella vita e capirai che tutto quel dolore è servito per qualcosa di grande, per una felicità superiore.
E se vedrai tutto nero, ti regalerò la luce che ho negli occhi quando ti guardo, se ti dovessi sentir mancare la terra sotto i piedi farò costruire una strada solo per te, ci sarò io a sorreggerti. Se dovessi decidere di amarmi mi farò amare come se non ci fossimo mai incontrati prima d'ora.
Mascherati del migliore dei tuoi sorrisi, fallo anche quando la pioggia sembra che quasi ti martelli. È che, per ogni sua goccia, ci sono altri mille giorni di felicità.
Ho imparato a stare in silenzio tanto tempo fa, e avevo tante cose da dire. Mi sono rinchiusa in un guscio, il mio, e ora non so più parlare. Così a poco a poco ho deciso che dovevo tornare a comunicare, non ero muta, ero solo esterrefatta. Dovevo comunicare con la gente.
Come quando eravamo bambine, che i fuochi d'artificio sembravano vere e proprie magie; nelle stelle, invece, erano racchiusi i nostri sogni e indossare una corona di plastica, ci faceva sentire delle regine. Avere i primi spicci da parte ti faceva sentire grande, fumare la prima sigaretta coraggiosa, fare l'alba ti faceva sentire matura. Ora, eccoti qua, Donna.