Ti sveglierai, sudato, in un letto di luce blu.
Ti sveglierai, e un pensiero ti raggelerà.
Non avvertirai più tempo, non avvertirai più spazio.
Ti sveglierai, e un dolore sordo percepirai. Sordo perché non ascolterà alcuna tua parola di pietà.
Suderai.
Sentirai il cuore battere più forte. E ti consolerai.
Piegherai le ginocchia con un "crack!" Perché troppo deboli saranno.
E ti stupirai al pensiero di quanti passi hai fatto.
La mente.
"Che cos'è la mente?", ti domanderai. Ma non ci penserai.
Penserai a te, bambino, e ti chiederai qual è la differenza con te, adulto.
"E il futuro?" Suderai. "Il futuro?" Passerai la mano sulla fronte, e la troverai bagnata di ghiaccio.
Deglutirai. Ma saliva non avrai.
Aprirai gli occhi: palpebre pesanti.
Afferrerai un bicchiere colmo d'acqua, vitale, ma cadrà a terra, frantumandosi in milioni di schegge, taglienti come la vita.
Chiuderai gli occhi. Sensazione di gelo. Li riaprirai. Ancora gelo.
Pensieri. Confusi? Nitidi.
Rimpiangerai, quel fiore mai donato.
Rimpiangerai, quelle parole mai dette.
Rimpiangerai, quel tempo mai vissuto.
Due colpi, nel petto, pesanti.
"No! Ancora!", penserai.
La testa girerà, leggera. Arti paralizzati.
"No! Ancora!"
Ti sveglierai.
Luce calda, del mattino. Vita. Sorriderai.
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