Scritto da: Teresa Rocco
Ho immaginato una camera con luce soffusa, candele, musica di sottofondo, due bicchieri di vino rosso e noi due che balliamo un lento. Ho immaginato le tue braccia forti che mi stringono e i tuoi occhi profondi che mi contemplano come se fossi la creazione più bella dell'universo, tu che mi dici che mi ami, io che mi imbarazzo e sento il respiro che si blocca, un brivido lungo la schiena e per un attimo penso che sto perdendo i sensi.
Ho immaginato noi due e tutto il resto fuori. Come se la vita fosse eterna, come se nulla contasse più dell'amore, di te per me, di io per te, di quel momento di un bacio senza bugie, senza finzioni, nudi davanti a noi stessi, come se a sentire quella gioia intensa fossimo entrambi, nello stesso istante in cui i nostri sguardi si incrociano e non si hanno bisogno di parole perché sappiamo già tutto, io e te ci capiamo così, sorridiamo perché pensiamo entrambi "non siamo pazzi, questo è tutto vero".
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    Scritto da: Teresa Rocco
    Più mi allontano da te, più mi avvicino a me stessa, a quella persona che avevo lasciato indietro quando ti ho conosciuto, perché non si addiceva al tuo stile e alle tue credenze.

    Se solo fossi stata più forte. Se avessi avuto più consapevolezza di me, allora, più audacia. Non ti avrei accontentato, non mi sarei annullata per renderti felice. Avrei puntato i piedi, avrei lottato per quello in cui credevo e difeso la mia identità. Avrei impacchettato le mie quattro cose e me ne sarei andata senza fare rumore, preservando il mio orgoglio e la mia dignità.

    Invece, ho perso tutto a causa tua.

    Ho perso la voglia di ridere, l'abitudine di sognare, l'incosciente ebbrezza delle scelte avventate, quelle dolci che non fanno male a nessuno, quelle piccole sorprese, spontanei moti di leggerezza, che solo un animo sensibile sa comprendere.

    Ho perso la bellezza dell'incanto, l'ingenuità grossolana, la naturalezza dei modi.

    Ho perso la profondità di uno sguardo, la poesia dei gesti, il romanticismo della prima stella della sera.

    Se solo avessi dato valore al tempo e a me stessa. Se avessi saputo ascoltare il mio sesto senso, quella voce interiore che ha continuato a sussurrarmi in tutti questi anni: non è Lui.
    E invece, ho lasciato che tu penetrassi nei luoghi più nascosti del mio essere, ti ho lasciato sconfiggermi con l'inganno, utilizzando le armi più subdole che avevi a disposizione: le mie debolezze.

    Ti ho lasciato calpestare il mio amor proprio e corrodere le mie sicurezze, finché vedendomi inerme e senza forze mi hai lasciato a terra morente, senza avere neanche la decenza di ammettere le tue colpe.

    Però ti voglio ringraziare, perché dallo sconforto ho acquistato chiarezza su quello che sono e quello che posso diventare, ma soprattutto su quello che non voglio essere. Grazie alla tua freddezza ora sono più paziente. Grazie al tu negletto, dò più valore ai piccoli gesti. Grazie alla tua incostanza ho capito quali sono le mie certezze, ho capito che avevo una vita prima di te e che quella vita mi aspetta per riemergere più vigorosa e scoppiettante di prima, vita che fa rumore, vita che ti entra nelle viscere e ti inonda le vene non di semplice voglia di "esistere" ma voglia di essere orgogliosamente Teresa.

    Più mi allontano da te, più mi avvicino a me stessa.
    Composto venerdì 8 febbraio 2019
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