Vaghiamo in una zona di comfort apparente, dove "il conosciuto" diviene il contenitore invisibile delle nostre insicurezze, semplicemente ci adattiamo ad esso, senza renderci conto di essere il prodotto dell'altrui volere.
Siamo noi poveri attori di ciò che ci circonda, poiché vivere come ci vedono gli altri è più semplice dell'essere se stessi.
E pur ci accontentiamo... vivendo di piccole emozioni alle quali ci aggrappiamo rinchiusi nei confini da paure che noi stessi alimentiamo per giustificare un benessere ristretto.
Eppure "l'ignoto" incolpevole e discriminato dalla nostra stessa diffidenza, aspetta silentemente di essere il protagonista liberatorio di una vita condivisa, dove i confini delle apparenze non hanno più senso di esistere.
Composto sabato 15 maggio 2021
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