Un desiderio, trillato sordamente. Un gioco infantile, quello di affidare alle proprie mani la realizzazione di un sogno. Un semplice gesto dalle potenzialità nascoste, che appartengono solo agli altri. Schiocchi di dita, i loro, audaci; capaci di fermare il tempo. Schiocchi di dita indelebili che dipingono tele eterne. Schiocchi di dita imperiosi, autoritari, che richiamano la tua attenzione in quel modo a te sconosciuto, abituato come sei a procedere per piccoli passi. E mentre tu, ancora attendi che quel gesto infantile imparato a fatica, illumini di fuoco la tua mano, gli altri fermano in un istante il proprio sorriso quotidiano, così presi a richiedere attenzione. Avrò dita normali, io. Ma lo schiocco di dita, oggi, è poesia affogata nell'equivoco del bisogno.
Composto lunedì 12 dicembre 2016
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