Posso vedere le parole che galleggiano davanti a me ma non riesco a raggiungerle, e non so più chi sono e cosa perderò ancora. Odio quello che mi sta succedendo.
Perché niente è perso per sempre, in questo mondo c'è una sorta di progredire doloroso: desideriamo ciò che abbiamo lasciato indietro, e sogniamo ciò che è avanti. O almeno credo che sia così!
Non sto soffrendo, io sto lottando. Sto lottando per rimanere parte della vita, per restare in contatto con quella che ero una volta. Così vivi il momento, è quello che dicono, è tutto quello che posso fare: vivere il momento.
Perdo l'orientamento, perdo degli oggetti, perdo il sonno, ma soprattutto: perdo i ricordi. In tutta la mia vita ho accumulato una massa di ricordi che sono diventati in un certo senso i più preziosi di tutti i miei averi: la sera in cui ho conosciuto mio marito, la prima volta in cui ho tenuto tra le mani un libro, la nascita dei miei figli, le amicizie che ho fatto, i viaggi per il mondo... Tutto quello che ho accumulato nella vita, tutto quello per cui ho lavorato con tanto impegno, ora inesorabilmente mi viene strappato via [...] Sto lottando per restare parte della realtà, per restare in contatto con quella che ero una volta.