- Mark: Quello che sto per dirvi riguarda cose molto grosse. - [Voce Fuori Campo]: Tutti in questo paese mentre stanno facendo colazione sono vittime di una frode alimentare. - Mark: Si! Qui succedono cose che io disapprovo, ci sto veramente male! Da una parte entra il mais dall'altro esce il profitto, curioso no?
Chuckie: "Senti, sei il mio migliore amico perciò non prendertela a male, ma se fra vent'anni tu ancora vivrai qui e verrai a casa mia a vedere le partite e farai sempre il muratore, cazzo io ti uccido. Non è una minaccia, è un fatto. Ti uccido, cazzo." Will: "Ma di che diavolo stai parlando?" Chuckie: "Tu hai una cosa che non ha nessuno di noi!" Will: "Oh, piantala! Sempre la solita storia. Lo devo a me stesso, devo fare questo, quello... e se non volessi farlo?" Chuckie: "No no no no. Vaffanculo. Non lo devi a te stesso, lo devi a me. Perché domani mi sveglierò e avrò cinquant'anni, e farò ancora questo schifo. Ma non fa niente, va benissimo. Tu sei seduto su un biglietto della lotteria, ma sei troppo smidollato per incassarlo. Ed è una stronzata. Perché farei qualsiasi cosa per avere quello che hai tu, e lo farebbero anche gli altri ragazzi. Sarebbe un insulto a noi se tra vent'anni stessi ancora qui. Startene qui, cazzo, è uno spreco di tempo." Will: "Non puoi saperlo." Chuckie: "Ah no?" Will: "No, non puoi saperlo." Chuckie: "Ah, non posso saperlo. Beh, ti dico quello che so. Ogni giorno passo a casa tua a prenderti con la macchina, usciamo, ci facciamo qualche birra, qualche risata, ed è fico. Sai qual è la parte migliore della mia giornata? Sono circa dieci secondi, da quando volto l'angolo fino a quando arrivo alla tua porta. Perché penso che magari arrivo là, busso alla porta e tu non ci sei più. Niente addio, niente arrivederci, niente. Sparito, via. Non so molte cose, ma questa la so."
Will: "Perché non dovrei lavorare per l'NSA? Questa è tosta. Ma provo a buttarmi. Diciamo che lavoro all'NSA, e mettono sulla mia scrivania un codice che nessuno sa decifrare, forse ci provo e magari ci riesco. E sono fiero di me perché ho fatto bene il mio lavoro, ma forse indica la località di un esercito ribelle in Nord Africa o in Medio Oriente. Ottenuta la località bombardano il villaggio dove i ribelli si nascondono. 1500 persone con le quali non ho mai avuto problemi restano uccise. Ora i politici dicono 'Oh, spedite i marines a sorvegliare la zona' perché non gliene frega niente, non ci sarà un loro figlio a farsi sparare, come non c'erano loro quando era il momento perché erano in gita nella Guardia Nazionale. Ci sarà un tipo di Southy a prendersi una sventagliata nel sedere, torna in patria per scoprire che la fabbrica in cui lavorava è stata esportata nel Paese da cui è arrivato e quello che gli ha sbrindellato il culo ora sta al suo posto e lavora per 15 centesimi al giorno e non va mai a pisciare. Nel frattempo capisce che la ragione per cui l'avevano mandato a combattere era installare un governo che ci avrebbe venduto il petrolio a buon prezzo, ed è chiaro che le compagnie hanno usato quella scaramuccia lontana per addomesticare i prezzi. Un aiutino notevole per il loro profitto, ma non aiuta il mio amico, a due dollari e cinquanta a gallone. Ci vanno con molta calma a reimpostare il petrolio, magari si prendono finanche un alcolizzato skipper a cui piace bere Martini e fare pazzi slalom tra gli iceberg. Finisce che quello ne centra uno, sparge il petrolio e uccide la vita del Nord Atlantico. Così il mio amico ora è senza posto e non può permettersi l'auto e va a piedi a fare i colloqui di lavoro e si sfrange perché la sventagliata nel sedere gli ha procurato le emorroidi. Nel frattempo muore di fame, perché ogni volta che cerca di mangiare la sola prospettiva è un merluzzo del Nord Atlantico intriso di petrolio salato. Allora cos'ho pensato: mi conservo per qualcosa di meglio. Ci rifletto, cazzo, mentre aspetto. Perché non uccido il mio amico? Gli frego il posto, lo do al suo peggior nemico, alzo i prezzi della benzina, bombardo un villaggio, ammazzo le foche, fumo hashish e vado nella Guardia Nazionale. Potrei essere eletto Presidente."
Sean: "Tu ti senti solo, Will?" Will: "Cosa?" Sean: "Hai un'anima gemella?" Will: "Se ho... chiarisca il concetto." Sean: "Qualcuno che ti pungola." Will: "Ho... Chuckie." Sean: "No, Chuckie è la famiglia. Si sdraierebbe in mezzo al traffico per te. No, parlo di qualcuno che ti fa scoprire nuove cose, che ti tocca dentro." Will: "Beh... ho... io... sono pieno." Sean: "Dimmi chi sono." Will: "Shakespeare, Nietzsche, Frost, Connor, Kant, Pope, Lock." Sean: "Bello... sono tutti morti." Will: "Per me non lo sono." Sean: "Ah no? Non hai un gran dialogo con loro. Non puoi scambiare emozioni, Will." Will: "Eh no, a meno che non li faccia tornare in vita con dei sali." Sean: "Già... è quello che voglio dire. Non avrai mai quel genere di rapporto in un mondo dove hai sempre paura di fare il primo passo. Perché vedi soltanto cose negative fin da dieci chilometri di distanza." Will: "Si schiera dalla parte del professor Lambeau?" Sean: "Non dire stronzate. No." Will: "Non lo volevo, quel posto." Sean: "Non c'entra il posto. Non mi interessa se lavori per il governo. Tu puoi fare quello che vuoi, non hai legami che ti costringono. Che cosa ti appassiona? Che cosa desideri? Ci sono uomini che passano la vita a fare i muratori perché i figli abbiano le opportunità che tu hai ora." Will: "Io non l'ho mai chiesto." Sean: "No. Ci sei nato. Perciò non nasconderti dietro a 'non l'ho mai chiesto'." Will: "Come sarebbe nascondermi? Insomma... che c'è di male a fare il muratore?" Sean: "Niente." Will: "Si, non c'è niente di male! Sto costruendo la casa di una persona." Sean: "Certo. Mio padre era un muratore. Capito? Si è fatto il culo per darmi un'istruzione." Will: "Già. È un mestiere pieno di rispetto, che c'è di male nel... nel riparare le macchine? Qualcuno andrà al lavoro il giorno dopo grazie a me. È una cosa onorevole." Sean: "Sì, è così Will. È una cosa onorevole. È onorevole anche il tragitto di quaranta minuti in treno perché gli studenti che arrivano al mattino possano trovare i pavimenti puliti e i cestini svuotati. È un lavoro." Will: "Sì, esatto." Sean: "E fa onore. Lo so che è per questo che hai accettato il lavoro: perché è onorevole. Ho soltanto una piccola domanda: potresti fare l'inserviente dovunque, perché hai lavorato nell'università tecnica più prestigiosa che c'è al mondo? Perché vai in giro di notte a completare formule che solo una o due persone sanno risolvere e poi neghi di averlo fatto? Perché non ci vedo tanto onore in questo, Will. Cosa vuoi fare veramente?" [... ] Will:" Ma perché mi sbatte fuori Sean? Insomma... voglio dire... dà lezioni a me sulla vita? Ma si guardi cazzo, lei è uno spostato. Cos'è che le dà la carica?" Sean: "Lavorare con te." Will: "Dov'è la sua anima gemella?" Sean: "Morta." Will: "Parla di anime gemelle. Dov'è la sua?" Sean: "Morta." Will: "Esatto, è morta cazzo! Sua moglie crepa e lei incassa le sue fish e se ne va via?" Sean: "Almeno una mano l'ho giocata." Will: "Oh, si è giocato una mano. L'ha persa! Ha perso una grossa mano! Molte persone perdono una mano come questa, ma hanno il fegato di ritornare in pista!" Sean: "Guardami. Che cosa vuoi fare?" ... (silenzio) Sean: "Tu e le tue puttanate. Hai puttanate da rifilare a chiunque, ma io ti faccio una semplice domanda e tu non sai darmi una risposta diretta. Perché non lo sai. Ci vediamo, pecoraio."
Will: "Quelli come lei mi fanno impazzire. Spendete tutti i vostri soldi su questi libri del cazzo strano di cui vi circondate, e sono quelli sbagliati." Sean: "E quali sono i libri del cazzo giusti?" Will: "Quelli che ti fanno rizzare i capelli." Sean: "Già... non me ne sono rimasti molti."
- Will: E questo cos'è? Momento di "Come eravamo" versione maschile?... Qui è una meraviglia. Lei citava i cigni. È una specie di fissazione, una cosa alla quale dedicare una parte della seduta? - Sean: Pensavo a quello che mi hai detto l'altro giorno, riguardo al mio dipinto. - Will: Ah. - Sean: Sono stato sveglio tutta la notte a pensarci. Poi ho capito una cosa, e sono caduto in un sonno profondo, tranquillo. E da allora non ho più pensato a te. Sai cos'ho capito? - Will: No. - Sean: Sei solo un ragazzo. Tu non hai la minima idea delle cose di cui parli. - Will: Grazie tante! - Sean: Non c'è di che. Non sei mai stato fuori Boston. - Will: Nossignore. - Sean: Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti. Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto... vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto. Mai visto. Se ti chiedessi sulle donne probabilmente mi faresti un compendio delle tue preferenze. Potrai perfino aver scopato qualche volta. Ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felice. Sei uno tosto, e se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia: "ancora una volta sulla breccia, cari amici?" Ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile. Non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla Terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell'inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d'ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine "Orario delle visite" non si applica a te. Non sai cos'è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso. Dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé. Vedo un bulletto che si caga sotto per la paura; ma sei un genio Will, chi lo nega questo? Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo, ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo. Sei orfano giusto? Credi che io riesca ad inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei... perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti? Personalmente me ne strafrego di tutto questo, perché sai una cosa? Non c'è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te, di chi sei... allora la cosa mi affascina, ci sto. Ma tu non vuoi farlo, vero campione? Sei terrorizzato da quello che diresti. A te la mossa, capo.