- Nathan: Cosa è successo in quel corridoio? - Dan: Keith voleva entrare nella scuola per salvare quel ragazzo. L'ho lasciato andare, sperando che gli sparasse. Poteva essere lui l'eroe... a patto che fosse un eroe morto. Ma dopo pensai: perché Keith deve fare l'eroe al posto mio? Fu allora che l'ho seguito. Jimmy piangeva, e Keith gli diceva: ce la farai. Puoi farcela. La pena nel tuo cuore, la voce nella tua testa che dice che non c'è una via d'uscita... è sbagliata. Puoi farcela. È come se stesse parlando con me. In quel momento, forse, il momento più eroico, più altruista della vita del mio caro fratellone... io l'ho odiavo da matti. Lo odiavo talmente tanto che l'avrei preso a pugni, non aveva alleviato la mia pena. La pena era ancora nel mio cuore e nella voce del ragazzo che diceva: non c'è nessuna via d'uscita, aveva ragione! E se ne stava in ginocchio d'avanti a me. Dopo che Jimmy morì, io presi la pistola e la puntai contro Keith, e lui la vide, e in quell'istante ho pensato che tutto quello che era andato storto nella mia vita, era colpa sua. Sarebbe andata meglio solo uccidendolo. Premendo quel grilletto sarebbe tutto finito. Così feci ciò che non dovevo. Ma non è finita niente. Ho rovinato tutto. Mi dispiace tanto. Mi dispiace figlio mio. Mi dispiace tanto. - Nathan: Ci sono molte persone a cui dovresti dire mi dispiace tanto. Ma io non sono una di queste. Non sarei dove sono se non fosse stato per te. La mia carriera, la mia famiglia... la mia vita. Non importa ciò che hai fatto, tu sei mio padre. Sei mio padre e io ti voglio bene.
Sai, la maggior parte delle persone... quando se ne vanno lasciano nel mondo un piccolo vuoto, ma non tu. No, il mondo non sbatterà neanche le palpebre.
Dan: Che cosa pensa del fatto che la sua partner in affari supporta il suo avversario? Karen: Si. È vero. Ironicamente, la mia partner in affari è sposata con il mio avversario, quindi la dovrò perdonare per il suo voto sbagliato e per la sua totale mancanza di gusto. Fortunatamente, lei si intende di più di affari che delle sue relazioni. Dan: Parlando di relazioni, non ha avuto un figlio fuori dal matrimonio? Karen: Giusto. Beh, mi piace pensarlo come un genitore single che sta crescendo il figlio in modo da farlo diventare un uomo responsabile, diverso da come è il padre.
Haley: Quando una canzone risveglia un ricordo; Quinn: quando i granelli di polvere danzano nella luce distogliendo la nostra attenzione dal resto; Dan: quando ascolti il rumore del treno sotto le rotaie in lontananza nella notte e ti chiedi dove sia diretto. Brooke: Fai un passo oltre quello che sei e a dove ti trovi. James: Per un breve istante, entri nel mondo magico. Questo è quello che credo.
Il perdono non esiste. Esiste quello che fai e quello che devi pagare. Ricordatevelo quando attuate uno dei vostri piani malvagi o quando tradite, rubate, siete avidi, odiate o qualsiasi cosa facciate o pensate di fare o abbiate già fatto. Il perdono non esiste, ci sono solo le conseguenze. Io ci sono passato e non c'è perdono: c'è sofferenza, e colpa e tormento per quello che sei e che hai fatto. Quindi non fatelo, fermatevi prima che sia tardi. Mi manchi Keith, ogni momento di ogni giorno. Rimorso è tutto quello che resta.
Diamo per scontato il fatto di essere felici fino a quando non facciamo del male a qualcuno o a noi stessi. Serviamo rancore e messi di fronte ai nostri errori, inventiamo un nuovo passato e reinventiamo noi stessi, o almeno ci proviamo. Siamo orgogliosi, volitivi, tremendamente scorretti e alla fine le nostre menzogne si ritorcono contro di noi.
Il divorzio non avviene all'improvviso. E le storie d'amore non finiscono all'improvviso. Tutti vogliamo essere amati, essere felici. E perché non lo siamo? Perché siamo diventati degli esperti nel sabotare la nostra felicità, nel sentirci come delle vittime, quando in realtà è stata una nostra scelta. Le brutte abitudini, i vizi, l'incapacità di mostrare amore e compassione, queste sono le cose che ci distruggono. Non siamo delle vittime, siamo i carnefici dell'amore e della felicità.