Ora il popolo non è più il popolo del dopoguerra. Probabilmente era molto più preparato di quello di adesso, anche perché dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi c'è stato via via, soprattutto con l'avvento della televisione in Italia, una trasformazione del popolo in pubblico. Il pubblico è un tifoso, non è molto preparato, come tutti i tifosi, soprattutto sui problemi che poi lo riguardano; vota da casa, applaude, si indigna e poi va a dormire.
Se la vita è un dono di Dio, sarà un dono di Dio per chi è credente, ma non è più un dono di Dio per chi non è credente, perché la vita è mia e voglio fare quello che mi pare.
Io la voglio dedicare a tutti quelli che, hanno capito, che questo paese non è di chi lo governa ma di chi lo abita, Non c'entra: destra, sinistra, centro, questa è la realtà delle cose.
Perché per fare un film, per preparare un progetto ci si mette non so, 5,6 anni da uno all'altro, probabilmente la mia esperienza è di decenni da un progetto all'altro.
Abbiamo in noi quattro vite successive incastrate l'una dentro l'altra, l'uomo è un minerale perché formato da sale, acqua e da sostanze minerali; l'uomo è un vegetale perché, come le piante, si nutre, respira e si riproduce; è panimale in quanto dotato di conoscenza del mondo esterno, di immaginazione e di memoria, infine, è un essere razionale perché possiede volontà e ragione. Abbiamo in noi quattro vite distinte e dobbiamo quindi conoscerci quattro volte...