Il fuoco è spento ormai e io sento un freddo orribile. Forse dovrei trascinarmi fuori ma poi ci sarebbe il sole.
Ho paura di sprecare la luce per l'inno colorato per scrivere queste parole.
Moriamo.
Moriamo ricchi di amanti e di tribù di gusti che abbiamo inghiottito di corpi che abbiamo penetrato risalendoli come fiumi di paure in cui ci siamo nascosti come in questa caverna stregata senza memoria qualunquismo indifferenza mediazioni e ripensamenti.
Voglio che tutto ciò resti inciso sul mio corpo siamo noi i veri paesi non le frontiere tracciate sulle mappe con i nomi di uomini potenti.
Lo so che tornerai e mi porterai fuori di qui nel palazzo dei venti.
Non ho mai voluto altro che camminare in un luogo simile con te, con gli amici.
Una terra senza mappe.
La lampada si è spenta e sto scrivendo nell'oscurità.
- Inman: Prego perché tu stia bene. Prego d'essere nei tuoi pensieri. Sei l'unica cosa che mi impedisce di scivolare in un abisso di oscurità. - Ada: E come è stato possibile? Insieme abbiamo avuto soltanto così pochi momenti! - Inman: Sono tanti i momenti. Sono come un sacchetto di finissimi diamanti. Non importa se sono veri o se me li sono immaginati. La curva del tuo collo è una cosa vera. La sensazione di te nelle mie braccia quando ti ho stretta a me.
I tradimenti di guerra sono bambinate a confronto dei nostri tradimenti in tempo di pace. I nuovi amanti sono nervosi e teneri, ma rovinano ogni cosa perché il cuore è un organo di fuoco...
Questo mondo è diventato un ammasso di merda. Dicono che la guerra sia una nube sulla terra, ma che tempo fa l'hanno deciso loro e ora se ne stanno sotto la pioggia e dire "ancora piove".