Ada io sono infelice perché ti voglio... perché la mia mente si accanisce su di te e non pensa ad altro... per questo soffro... sono malato di desiderio... non mangio più, non dormo più... Ada, se sei venuta e non senti niente per me, vattene... Và, torna da lui!
Ada, Baines, Flora e il pianoforte riprendono il mare verso una vita insieme, ma, all'improvviso, Ada fa chiedere insistentemente che il piano venga gettato in mare e fa in modo che un piede le rimanga impigliato in una fune e il peso dello strumento la trascini in acqua. Sembra un tentativo di suicidio, ma Ada capisce che, nonostante tutto, vuole vivere e decide di riemergere. Il pianoforte, strumento della nascita del suo nuovo amore, rimane in fondo all'oceano. Baines costruirà per Ada un dito in argento per permetterle di tornare a suonare e lei, rasserenata dalla sua nuova vita, reimparerà a parlare.
- Fanny Brawne: Ancora non so come comprendere una poesia... - John Keats: Una poesia deve essere compresa attraverso i sensi: lo scopo di tuffarsi in un lago non è di nuotare immediatamente a riva, ma restare nel lago, assaporare la sensazione dell'acqua. Non si comprende il lago, è un'esperienza al di là del pensiero. La poesia lenisce l'animo e lo incita ad accettare il mistero.
- Fanny Brawne: Potete dire qualcosa dell'arte della poesia? - John Keats: L'arte della poesia è una carcassa, un'impostura. Se la poesia non nasce naturalmente come le foglie su un albero, allora è meglio che non nasca affatto.
Un poeta non è affatto poetico. È la cosa meno poetica nell'esistenza. Non ha alcuna identità. Occupa in continuazione il corpo di un altro: il sole, la luna.
Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena 3 giorni d'estate, 3 giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai contenere...