Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile. Senza i suoi misteri non può sopravvivere. Di cento, non ero nata per una vita da geisha. Come molte cose, nella mia strana vita, ci fu trasportata dalla corrente.
Al tempio c'è una poesia intitolata "la mancanza", incisa nella pietra. Ci sono 3 parole, ma il poeta le ha cancellate. Non si può leggere la mancanza, solo avvertirla.
Non si può dire al sole "più sole". O alla pioggia "meno pioggia". Per un uomo, la geisha può essere solo una moglie a metà. Siamo le mogli del crepuscolo. Eppure appendere la gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, capire come una bambina con più coraggio di quanto creda, trovi le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità? Dopo tutto, queste non sono le memorie di un'imperatrice, né di una regina. Sono memorie... di un altro tipo.
La prima volta che seppi che mia madre stava male fu quando mio padre ributtò in mare il pesce e la sera soffrimmo la fame. "Per capire il vuoto", lui ci disse.
- È vero, sono caduta. - E ora guardala... Così elegante. - Signor direttore generale, dovremo sbrigarci, perderemo l'inizio. - Vediamo le danze di primavera ogni anno, possiamo perdere un minuto. Come ti chiami? Non avere paura di guardarmi. Ti piacciono le prugne dolci o le ciliege? - Vuol dire da mangiare? - A me piacciono le prugne dolci. Vieni. Nella vita nessuno di noi trova la gentilezza che dovrebbe. Buongiorno. Uno di ognuno, per favore. I miei figli li aspettano tutte le primavere. - Ora sono una geisha anch'io! - Eh, si. Lo sei. Dove hai preso questi occhi sorprendenti? - Mia madre mi ha dato questi occhi. - Generoso di parte sua. - Come lo è stato lei con me. - Fammi un sorriso, non vuoi? Ecco, così. È il tuo regalo a me. Con questi ti comperai la cena. Ed ora promettimi una cosa: quando farai un capitombolo, niente broncio. Molto meglio.
Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno: radicata nel terreno come un albero Sakura. Ma a ne diceva che ero come l'acqua. L'acqua si scava la strada anche attraverso la pietra, e quando è intrappolata l'acqua si crea un nuovo varco.
Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla. Se un albero non ha né foglie né rami, si può ancora chiamarlo albero? Lei si dipinge il viso per nascondere il viso. I suoi occhi sono acqua profonda. Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un'artista del mondo che fluttua. Danza. Canta. Vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto. Non si può dire al sole "più sole". O alla pioggia "meno pioggia". Per un uomo, la geisha può essere solo una moglie a metà. Siamo le mogli del crepuscolo. Eppure apprendere la gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, capire come una bambina con più coraggio di quanto creda, trovi le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità? Dopo tutto, queste non sono le memorie di un'imperatrice, né di una regina. Sono memorie... di un altro tipo.