Hartman: Come ti chiami faccia di merda? Brown: Signore, soldato Brown, signore. Hartman: Balle, d'ora in poi tu sei il soldato Biancaneve. Ti piace questo nome? Brown: Signorsì certo, signore. Hartman: Beh, c'è una cosa che non ti piacerà, soldato Biancaneve: non si serve il piatto negro nazionale, né il pollo fritto, né il cocomero alla mia mensa.
Sergente Hartman: E tu che scusa hai? Soldato Cowboy: Signore, scusa di che, signore? Hartman: Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro? Cowboy: Signorsì, signore. Hartman: Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'? Cowboy: Signorno, signore. Hartman: Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso? Cowboy: Signorsì, nervoso, signore. Hartman: Sono io che ti rendo nervoso? Cowboy: Signore? Hartman: Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello str**zo? Cowboy: Signorno, signore. Sergente Hartman: Quanto sei alto soldato? Soldato Cowboy: Signore, 1 e 73 signore. Sergente Hartman: 1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte... cerchi anche di fregarmi qualche centimetro?! Eh... è chiaro, io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso. T'hanno fatto con lo scarto! Da dove ca**o vieni comunque soldato? Soldato Cowboy: Signore, Texas Signore. Sergente Hartman: Strano io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy. Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! Tu succhi i ca**i? Cowboy: Signorno, signore. Hartman: Ci soffi dentro per gonfiarli? Cowboy: Signorno, signore. Hartman: Io scommetto che tu sei uno di quegli ingrati che lo mette in c**o a qualche poveraccio senza neppure dargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi. Ti terrò d'occhio.
Sergente Hartman: I tuoi genitori hanno anche figli normali? Soldato Palla di Lardo: Signorsì, signore. Sergente Hartman: Si saranno pentiti di averti fatto. Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna. Come ti chiami sacco di lardo? Soldato Palla di Lardo: Signore, Leonard Lawrence, signore. Sergente Hartman: Lawrence? Lawrence come? D'Arabia? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: E tu li succhi i cazzi? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare! Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Non mi piace il nome Lawrence, solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence. D'ora in poi tu sarai Palla di Lardo! Sergente Hartman: Mi trovi carino soldato Palla di Lardo, ti sembro buffo? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo! Soldato Palla di Lardo: Signorsì, signore. Sergente Hartman: Bene, prenditela pure comoda, tesoro! Soldato Palla di Lardo: Signore, ci provo, Signore!. Sergente Hartman: Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi, per toglierti quel sorriso da cretino dal muso. In caso contrario ti strappo le palle dagli occhi e ti fotto il cervello!... uno... due... tre... Soldato Palla di Lardo: Signore, non ci riesco, signore! Sergente Hartman: Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda!!! [Palla di Lardo si inginocchia] Strangolati da solo. [Palla di Lardo inizia a strangolarsi] Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! [Palla di Lardo fà per prendere la mano del sergente] Non mi tirare la mano, ho detto strangolati da solo. Chinati in avanti e lasciati strangolare. [Palla di Lardo si fà strangolare] Hai finito di sorridere? Soldato Palla di Lardo: (Con voce strozzata) Signorsì, signore. Sergente Hartman: Come hai detto? Non ti sento. Soldato Palla di Lardo: Signorsì, signore. Sergente Hartman: Balle, non ti sento ancora! Urla come se le avessi davvero. Soldato Palla di Lardo: (Con voce roca ma distintinta)Signorsì, signore. Sergente Hartman: Basta così alzati in piedi. [Palla di Lardo si alza] Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e inizi a cacarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento altrimenti sarò costretto a fotterti di brutto.
L'uomo è innanzitutto un animale abitudinario attratto dalla sicurezza e dalla comodità di ciò che gli è familiare, ma che succede quando è proprio da lì che proviene il pericolo quando le paure alle quali stiamo cercando disperatamente di sfuggire ci sorprendono nel nostro habitat? Siamo tutti, e per causa nostra, la somma delle nostre paure per andare incontro al destino dobbiamo inevitabilmente affrontare queste paure e sconfiggerle poco importa se vengono da ciò che ci è familiare o dall'ignoto.
Alcuni dicono che il tempo sana tutte le ferite. Io non sono d'accordo. Le ferite rimangono. Col tempo, la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza, e il dolore diminuisce, ma non se ne vanno mai. Rose Kennedy.
La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati. La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura. È la nostra luce, non la nostra oscurità che più ci spaventa. Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo, non c'è nulla di illuminante nel rinchiudersi in sè stessi così che le persone intorno a noi si sentiranno insicure. Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c'è dentro di noi, non è solo in alcuni di noi è in tutti noi. Se noi lasciamo la nostra luce splendere inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso. Appena ci liberiamo dalla nostra paura la nostra presenza automaticamente libera gli altri.