- Christina: Io ti amo, Owen. - Owen: Ti amo anch'io, Christina. - Christina: Io ti amo. L'ho detto. Ho detto "ti amo Owen". Ti amo, io... Christina Yang... Tu mi hai traumatizzata. - Owen: E tu sai che mi dispiace immensamente. - Christina: No, porca miseria, non è per lo strangolamento è che sei venuto qui, hai sciolto la mia corazza di ghiaccio, mi hai fatta innamorare e non so... non riesco a respirare se non ci sei tu. - Owen: Ce la puoi fare, possiamo farcela. Non devi far altro che incontrarmi a metà strada, non devi fare altro che dire sì. Devi solo dire sì. [...] - Christina: Sì.
Giusto giusto... io adesso dovrei comportarmi come se non fossi certa che sia giusto così potresti dirmi che non esiste giusto o sbagliato ma solo il momento... e poi io ti direi che non posso facendoti capire che invece posso... il che è inutile perché in realtà non mi stai ascoltando... perché non è una questione emotiva per te, non è neanche questione di sesso, è solo questione di trovare sollievo un ora o due dal peso di essere te stesso... e per me va bene così perché... voglio esattamente la stessa cosa.
- Henry: Il passato è passato. Le esperienze ci fortificano, Dorian. E tu devi vedere questo episodio per quello che è. Una straordinaria esperienza. - Dorian: Ma questa è crudeltà... - Henry: Non è crudeltà, è scegliere un punto di vista. Pochi hanno la forza di uscire dalla sofferenza. Per dominare le emozioni, per assaporarle, ci vuole forza di volontà.
Ti amo, Lulamae. Lo so, e vorrei che tu non mi amassi. L'hai sempre fatto questo sbaglio di amare degli esseri ribelli. Portavi a casa degli animali selvatici, e una volta era un falco con un'ala spezzata, e un'altra un gatto della prateria con una zampa rotta. Te ne rammenti? Lulamae, ascoltami. Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica. Più le si vuole bene e più diventa ribelle, finché un giorno se ne riscappa nella prateria e vola in cima a un albero, e poi su un albero più alto, e poi in cielo.