- Pacey: Sai che c'è Joey? Sei più sorda di una campana a volte. Per quale motivo pensi io sia venuto? Per stare insieme a te! Più semplice di così. Quando ti piace qualcuno provi piacere a stargli vicino, pur non sapendo quello che sente per te, o meglio, quello che non sente, vero? - Joey: Io ti sento, Pacey. - Pacey: Cosa? - Joey: Questa mattina, a letto mi hai sfiorato col braccio e io l'ho sentito. - Pacey: Che sensazione ti ha dato? - Joey: Mi ha fatto sentire viva.
Non è necessario zittirsi. Sto solo dicendoti grazie. Mi hai ricordato cosa sono in grado di provare. È come se fossi... era come se stessi osservando la mia vita attraverso una finestra offuscata, poi ti ho visto ed era come se le macchie fossero scomparse. La finestra era pulita.
- Eva: A che pensi? - Marco: A quanto sono stato stupido. - Eva: Ma davvero non te n'eri accorto... che ero innamorata di te? - Marco: Non lo so, oddio, qualche dubbio ce l'ho avuto, poi se penso al tuo sorriso sul traghetto effettivamente... Poi però sei sparita! - Eva: Per forza, sei inciampato sulle labbra di Rachele! - Marco: Forse ti stavo cercando talmente tanto che non riuscivo più a capire il punto da cui ero partito. - Eva: Perché cercando? Scusa da quando... Insomma, da quand'è che ti piacevo? - Marco: Dal matrimonio dei nostri genitori, tu ridevi di felicità e avevi le gote rosse, metà di trucco, metà d'imbarazzo, e quando hai visto. Che ti stavo guardando, sei diventata seria in un attimo. Ed io ho sentito come una cosa qua, come se avessi bevuto un bicchiere di aceto, e lì ho capito che volevo stare con te! E tu invece? Quando l'hai capito? - Eva: Boh, non lo so! Non mi ricordo, beh non era importante evidentemente. - Marco: E dai! - Eva: Va bene. Forse al concorso, ti ricordi? - Marco: Certo che mi ricordo! - Eva: Io stavo dietro il vetro della radio e ti ascoltavo da lì e per un attimo ho sperato che la stessi cantando per me. - Marco: Eva, ma io stavo cantando per te! - Eva: Davvero? - Marco: Te lo giuro! [Si baciano]
[I due si guardano negli occhi e poi Pacey si avvicina a lei e la bacia. Poi lui lentamente si allontana e Joey lo guarda un po' sorpresa.] Joey: [Sospira] Che cos'era? Pacey: Non lo so. Ma... ti ricordi di quanto ti ho detto di essere disposta a rimanere sorpresa dal futuro? Joey: Sì. Pacey: Sorpresa. Joey: Perché tu non sembri così sorpreso? Pacey: Beh... forse perché io... volevo baciarti sin da quando ti ho visto con quel vestito. [Joey abbassa lo sguardo e guarda il pigiama che sta indossando.] Pacey: No. Uhm... non quel vestito. Quello... uhm... il prec--beh, insomma, non— Joey: Aspetta, aspetta, aspetta. Pacey: [Lui si schiarisce la voce] Joey: Tu volevi baciarmi da tutta la notte? Pacey: Si. Joey: Anche quando mi hai urlato contro. Pacey: [Ride] Soprattutto quando ti ho urlato contro. Joey: Anche quando stavi flirtando con quell'altra ragazza? Pacey: Sì. Anche allora. Joey: Quindi... questo è... una specie di... nuovo sviluppo nella tua vita? Pacey: Volerti baciare? No. C'è sempre stato... come... il rumore bianco, oppure... i servizi segreti o la minaccia di una guerra nucleare, per capirci. Solo qualcosa a cui sei abituata. Joey: E questo... non ti fa andare in paranoia. Pacey: Beh, sì e no. Joey: Quale dei due, Pacey? Pacey: Mmh. Sì.
- Pacey: Ti lascio libera. - Joey: Cosa? - Pacey: Ti lascio libera. Non c'ho mai creduto veramente a quella stronzata "se ami qualcuno lascialo libero" come dimostra tutto ciò che ho fatto nella mia vita fino a questo momento ma io sono determinato ad essere felice, in questa vita. E io ti amo, voglio dire, in fondo ti ho sempre amata ma i nostri tempi non hanno mai coinciso e, a quanto mi risulta, il tempo non è amico dell'uomo perciò devo rassegnarmi ad essere felice adesso perché è così, questo è tutto quello che abbiamo. Se c'è una cosa che ho imparato dalla morte di Jen è questo... - Joey: Io non voglio essere lasciata libera...
- Pacey: Joey, mancano 30 secondi alla mia partenza, quindi se c'è qualcosa che vuoi effettivamente dirmi, ti suggerisco di sbrigarti. - Joey: Credo di essermi innamorata di te. - Pacey: Lo credi o ne sei certa? - Joey: Ne sono certa. L'ho saputo da quando mi hai baciato, e forse anche da prima. Anche se mi spaventa, non voglio più negarlo, Pacey. Non voglio scappare e non voglio che te ne vada.
- Marco: Eva, la bambina non è nata prematura. - Eva: Che vuoi dire marco? - Marco: Che è nostra figlia! - Eva: Cosa? Cos... [I due si abbracciano e si baciano] - Infermiera: [Li interrompe portando la bimba e rivolgendosi alla piccola] Ehm... Eccola qui la tua mamma. Sì, la tua mamma. - Eva: E il suo papà! - Infermiera: Ah e allora ecco vostra figlia... e che cognome devo metterci? - Eva E Marco: Cesaroni!
[Joey entra e appoggia dei documenti sulla scrivania di Pacey, il quale e seduto che riflette.] - Pacey: Beh, cosa ti è successo prima? - Joey: Come fai a conoscere quella ragazza? - Pacey: La giornalista? L'ho incontrata una volta... ad un ricevimento. Mesi fa. Non sapevo nemmeno il suo nome. - Joey: Perché questo non mi sorprende? - Pacey: Non ci siamo mai formalmente presentati. Voglio dire, ti avrebbe ucciso comportarti in modo più professionale oggi? - Joey: Avanti, Pacey. Voi ragazzi siete dei maiali. Insomma, secondo gli standard dei cavernicoli, io non sono la tipa professionale. - Pacey: e quale tipa saresti? La tipa che sa versare una tazza di caffè senza imbrattarlo su tutti i muri? Perché tu non fai parte di quel genere. - Joey: Questo è tutto quello che un'assistente è per te? Solo una pollastrella che versa del caffè. - Pacey: Non avevo capito che volessi intraprendere la carriera da assistente. - Joey: Perché pensi che Rich abbia licenziato Marcy? Perché ha superato i 30 anni. Hai mai notato tutte le altre assistenti che lavorano qui? - Pacey: Credo non esista un modo giusto per rispondere a questa domanda. - Joey: Sembrano tutte quante delle ragazze della rivista Maxim. - Pacey: Immagino di non essermene mai accorto. Perché quando entro qui, faccio il mio lavoro. Che andava abbastanza bene fino a quando sei venuta qui e mi hai sabotato. - Joey: Sii realistico, Pacey. Tutto quello che chiedo è solo un po' di rispetto, un po' di gentilezza umana. Pacey: Ma, vedi, è proprio questo il punto. Io non devo rispettarti o essere gentile con te. Tu sei la mia segretaria. - Joey: Oh, questo è il punto? Tu, regredito— - Pacey: Donna! Mi stai torturando la testa. Potresti accettare questa situazione temporanea e arrivare con un sorriso e con un po' più di grazia? - Joey: No. No se è così che hai intenzione di trattare le tue future assistenti. Francamente, Pacey inizio a capire il tuo sopranome. - Pacey: Quale sopranome? - Joey: Qui ti chiamano Sciocco. - Pacey: Chi mi chiama Sciocco? - Joey: Penso sarebbe non professionale per me divulgare questa informazione. - Pacey: Dove era la tua professionalità quando stavi versando la crema sulla gamba della giornalista? - Joey: Oh, per favore. Non dire "giornalista" come se non avessi stampato a fuoco il nome di quella ragazza nella tua memoria. - Pacey: Sai, non penso che questa sia l'arena più appropriata per dare sfogo alla tua gelosia. - Joey: Gelosia!? Niente affatto. Ok, si. Potrei aver avuto una specie di lapsus psicotico, ma è stato strano, davvero, perché io... perché dovrei essere gelosa? - Pacey: Non lo so. - Joey: Non è che tu non sia mai rimasto attratto dal genere d'affari sagaci, vero? - Pacey: Beh, ma che importa? Perché tu non sei gelosa. Giusto? Sai una cosa? Mi piacerebbe mettere per iscritto delle scuse. Prenderesti una lettera? [Joey lo guarda e vede Pacey con uno sguardo serio.] - Pacey: Avrai bisogno anche di una penna e un foglio. [Lui le passa una penna ed un blocchetto per gli appunti.] - Pacey: Cara... Signorina... Shaw... è stato... meraviglioso... [Joey si siede in una poltrona là accanto e comincia a scrivere.] incontrarla questo pomeriggio. No, no. Torna indietro. È stato incantevole incontrarla di nuovo. In ogni caso, mi piacerebbe cogliere quest'opportunità per scusarmi del comportamento della mia segretaria. [Lui si alza e si avvicina a Joey mentre continua a dettarle la lettera.] Perché lei è nuova... e molto inesperta. [Joey si alza e ora sono uno di fronte all'altra.] - Joey: Ho perso l'ultima parte. Era qualcosa di stupido seguito da qualcosa di insensato. [i due si fissano, allora Joey lascia cadere i fogli e la penna, poi i due iniziano a baciarsi appassionatamente e si sdraiano sopra il divano, quando Rich entra nell'ufficio.] - Rich: Sto andando via, Witter. [Joey e Pacey si fermano e lo guardano.] - Rich: Oddio, amico. Almeno io con la mia ho aspettato una settimana. [Rich scuote la testa e va via, e Pacey guarda Joey.] - Pacey: Maiali. Siamo tutti maiali. - Joey: Mm-hmm.
- Simona: Ahia, cos'è quella, la faccia delle grandi occasioni? Dai entriamo! - Marco: Ehm non ti siedi? - Simona: No, guarda forse è meglio che sto in piedi perché poi se ti guardo magari fatichi a dirmi la verità. - Marco: Avevi ragione tu. - Simona: La ami? - Marco: Non lo so, sono confuso. - Simona: No Marco ti prego questa volta mi devi dire la verità, mi serve la verità Marco! - Marco: Sì... credo di amarla. - Simona: Sin dall'inizio? - Marco: All'inizio mi sembravi tu la risposta a tutte le mie domande. - Simona: E poi? Dove è che ho sbagliato poi? - Marco: Ma tu non hai sbagliato in niente, sono io che... - Simona: No Marco sono cavolate! Sono cavolate, tutti sbagliamo no? Il problema è che non si capisce mai perché per voi uomini le uniche persone a non sbagliare mai sono le donne che dovete mollare... No ti prego Marco dimmi dove ho sbagliato, dimmelo! - Marco: Davvero Simona non lo so dove hai sbagliato... non li so vedere i tuoi errori ok? So vedere solo i miei. Tu sembravi la risposta a. Tutte le mie domande, tranne quella di molto prima di conoscerti che avevo deciso di non farmi più! - Simona: Quale sarebbe? - Marco: Se posso essere felice senza Eva.
[Marco torna a casa la sera dopo che Eva l'ha cercato tutto il giorno senza avere sue notizie, lei gli va incontro] - Eva: Marco! Ma dove sei stato tutto il giorno? Mi hai fatto morire di paura! - Marco: No, non ti preoccupare amore. Ti amo! Ti amo! [Marco la bacia]. - Eva: Cosa? - Marco: Ti amo da morire! [Si nascondono] - Eva: Tutto a posto niente! Dove sei stato tutto il giorno? Dimmelo! - Marco: Ho camminato e ti ho pensato un sacco. - Eva: Davvero? - Marco: Sono anche rimasto bloccato in un ascensore. Ti ho anche comprato una cosa. - Eva: Cosa? [Marco prende una scatolina e gliela porge] Cos'è? - Marco: Aprilo! Dentro ci troverai tutto quello che ho fatto oggi! [Eva apre la scatola, c'è una collana con un ciondolo a forma di cuore]. È il mio per te, lo vuoi? [Eva sorride e lo bacia]