Scritta da: Anna R. Di Lollo
No, non è che non ti amassi abbastanza. È solo che non amavo abbastanza quella parte di te che non amava abbastanza me.
Composta domenica 24 marzo 2019
No, non è che non ti amassi abbastanza. È solo che non amavo abbastanza quella parte di te che non amava abbastanza me.
Nella giungla più fitta, fra le nebbie più spesse, nel deserto più arido, solcando i mari più aperti, fra le stelle più lontane, persino nell'infinità dell'universo, non temere. Anche senza bussola alcuna o riferimento, c'è una via che mai perderai, che mai perderò: quella del cuore, che, ovunque, mi unisce a te.
Sulla via di casa, riflessivo, schivo divento in autunno. Riabito l'anima. Faccio ritorno a me stesso.
Vuoto, come il posto che ha saputo regalare, è chi ha lasciato altri ad aspettare.
Come il giorno messo in fuga dalla notte, le rondini soppiantate dalle stelle, il sole fatto capitolare dalla luna, l'universo esibito dinanzi al nostro sguardo (però irraggiungibile), l'inarrestabile susseguirsi delle onde... così sei tu per me: invisibile ai sensi, ma percepibile attraverso la grammatica del cuore. Irrimediabilmente distante, eppur imprescindibilmente presente.
Da soli s'inciampa spesso e, cadendo sui cocci del medesimo, insanabile, perduto amore, si finisce per amputare irrimediabilmente quel poco che resta del proprio cuore.
Una mamma non è colei che porta in grembo, ma chi ogni giorno porta luce e amore.
Una mamma insegna subito a camminare e, per tutto il resto del tempo, ad arrampicarsi sull'albero della vita.
Si apra il cuore al primo raggio di Sole al mattino, ma anche alla folata di vento, alla goccia di pioggia, persino alla tempesta. Lo si apra sempre al nuovo giorno, alla persona altra, a chi ci è vicino. Senza risparmiarsi, lo si apra all'altrui serenità, strada obbligata per conquistarsi ogni più intima felicità.