Scritta da: Antonino Gatto
Sguardi rivolti verso il cielo,
per attendere dalla luna il tuo giorno,
e vedere il pesco in germoglio,
nella notte più chiara,
a cavallo fra il marzo gentile, e l'aprile furioso.
Quaranta giorni d'attesa
con devota astinenza e digiuno,
preparando la mente al gran giorno,
che ricorre ogni anno nel mondo,
per ebrei e cristiani devoti.
"Passare oltre" è il tuo nome più antico,
seppure col tempo è un poco cambiato,
ma da sempre resta immutata la storia,
di Angeli famosi che ne hanno dato la gloria.
Non importa se di un Angelo buono,
che del tiranno, proclama il perdono,
mostrando la sua gloria, sul sacro sepolcro
per annunciare il Cristo che era risorto.
Oppure dell'Angelo, che ha portato al flagello,
d'Israele gli infanti, spalancando le porte,
e osservando su di una, del sangue d'agnello,
ne salvò il primogenito, passandone oltre.
Ricorre la fede, nella santa settimana,
con le palme e l'ulivo la domenica prima,
ritorna il silenzio in ogni anima buona,
e con mercole e le ceneri la pasqua è vicina.
Di giove al mattino, il vescovo sul sacrale,
benedice gli oli che dovranno servire,
per l'anno a venire a dover consacrare,
battesimi, sacerdoti, e cresime, con unzioni a finire.
Sempre di Giove, ma alla nona ora,
inizia la messa dell'ultima cena,
nasce l'eucaristia, ed il sacerdozio che onora,
l'amore ai discepoli, che Giovanni ci insegna.
Piedi nudi all'altare, nel rituale Divino,
campane legate dalla sera al mattino,
sette chiese adorate con i sacri sepolcri,
la via crucis con tanto di lumini e di fuochi.
Ed eccolo finalmente il giorno adorato,
dopo il sabato in lutto che le chiese ha svuotato,
per festeggiare all'alba il Cristo risorto
ritornato alla luce dopo essere morto.
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