Posso dire che mi manchi? Come le cose non vissute, come se stessi quando ci si perde, come un'impressione di sole dopo il troppo freddo che si vive dentro, come la ragione nella follia e come lo slancio nella cupa tristezza, come l'erba nel bruciato, come l'abbraccio che vorrei da te a fine giornata, come una parola rimangiata, come un bacio improvviso. Un sogno fuori ed io nel cassetto.
Ti conosco a pezzi e tutti i pezzi che conosco di te mi piacciono, ché io resto affascinata da chi sa arrivare come un fulmine, una scheggia, inaspettato, quando dormo e mi sveglia, quando le lacrime vengono bloccate da un sorriso che nasce, tu sei un sorriso che nasce con una semplicità disarmante. Sei un taglio netto, profondo, ma di cui non resterà cicatrice: arrivi, fai male e te ne vai senza lasciare traccia, ché di te non si deve sapere e non dev'esserci segno visibile agli occhi di nessuno. Sei un segreto, un buongiorno, un caffè, fugace ed irresistibile.
Sono il tuo nessuno. Volto coperto, carni nude. Mani. Mie. Tue. Nevica e gela. Sei ciò che manca. Fendo l'aria. Metto assieme i miei resti, cenere e polvere che con un soffio si dissolvono, proiettando il tuo volto nell'aria. Mi tingo di rosso come il vino che sta nel tuo calice e mi sento bere a grandi sorsi, avidamente, ché avido devi essere con me, senza tregua e senza posa, scoppiarmi e straziarmi, percuotermi ed avermi. Finire.
Sei il più bello degli incubi! Affascinante, seriale, dissacratore, manipolatore. Disarmante. Sei uno schiaffo da accarezzare, una menzogna da credere. Apparenza che si sottrae e lega stretto. È come far l'amore bendati.
Mi ritorni in una giornata uggiosa e mi togli l'uggia. La nebbia scende fitta tra l'insenatura dei clivi - i tuoi baci sulle clavicole - e tra i miei seni si dissipa, inumidendo il cuore.
Io comincio a credere alla tua insidia, al tuo scivolare lento nella mente, dentro, come un coltello conficcato lì, dove si blocca e riprende il respiro, dove si sprofonda e si riemerge. Niente mani, senza carezze, giochi subdoli sui miei nervi, plagi i miei umori. Strettamente dipendente, ampiamente desiderante. Non mi trattengo. Sei come non vedo, ma sento. Devo uccidere fino in fondo l'ossessione. Ti sento pietra che non posso sgretolare, ma sulla quale inciampo con i pensieri saltellanti tra la voglia ed il dispiacere di non averti.
Dove non sono. Dove non sei. Quando non ti parlo. Quando non mi parli. Per quanto mi sottraggo. Per quanto ti sottrai. Eludi. Svanisci. Accenni, non mi stringi. Cambi. Mi cambi. Mi ostacoli. Mi giochi. Mi catturi. Glissi. Dissacri. Mi smonti. Vai e vieni, ma non torni. Esci. Ti affacci. Ti ubriachi. Ti bevo. Mi manchi. Non so cosa mi manchi, un semplice cenno, la certezza od il dubbio di un tuo: "ci sono, anche se non mi vedi, ti sento anche se non parli, ti leggo dentro e ti scruto, anche se non esisto". Mi perdo, non dormo, sragiono, cedo, vedo, lascio il passo, passo lento, passo double, piede in fallo. Mi sorreggi, non mi sorreggi. Cado.
Abracadabra ed un cocktail alcolico perché tu mi dica la verità. Sei il modo ed il tempo che stanotte vorrei, tra una bugia ed una carezza, un abbraccio ed una stretta, un bacio ed un morso. E stanotte sarebbe il mio tempo migliore, solo doni senza nessuna pretesa, se odi le catene, io ti regalerò fili che si spezzano col respiro. Avremmo solo la notte che ti somiglia, solo l'alba che mi porta via.
Facciamo il riepilogo: non sono un ripiego! Mi attrezzo contro i tuoi tradimenti d'anima, mi interdico il pensiero e la parte più interna del cuore. Quando ti perdo di vista è perché sono in lotta con il mio perdono, poi, ci ricasco e ti ritrovo. Mezze parole, mezzi sguardi, sono mezze misure, ti cerco a metà, ma non so dove, senza meta. Bussi, ma poi mi butti, mi baratto con i tuoi sì e mi abbatto con i tuoi no. Anche oggi ti aspetto, lo sai, lo ammetto.
Ti aspetto da anni, mettiti un po' nei miei panni, calcola da te i miei danni per tutto quello che mi hai lasciato compresi i malanni; sono caduta nelle rete dei tuoi inganni. E si prosciugano i respiri che non profumano più di promesse, con le parole che sparano a zero con i proiettili sulle protesi del mio cuore. E mi sento vecchia millenni, ti porgo ancora la mia mano, ma tu tentenni.