Scritta da: Michele Gentile
Giunsi a te da qualche luogo dell'Inverno, smarrito nel rincorrersi delle ore con lo sguardo rivolto al tumulto delle nubi.
Composta domenica 10 marzo 2013
Giunsi a te da qualche luogo dell'Inverno, smarrito nel rincorrersi delle ore con lo sguardo rivolto al tumulto delle nubi.
Dovevamo essere aurora, siamo divenuti due stanche nuvole in lotta per l'ultimo capriccio del crepuscolo.
Non giunge più la tua voce, s'attenua quella luce, sino a divenire bruma sino a mostrarmi abissi nel sereno mio viaggio verso la tempesta.
Così è, conosco i tuoi abbracci quel tepore, eredità di un sogno oasi di miraggio. Così è, e non ho mai solcato il tuo mare.
Ascolta i miei passi feroce incedere, silente vento verso le vette del tuo cuore.
Eppure eri lì, ad un sogno da me.
Non si offendano le tenebre rabbiose fiere di natali ignoti, sbranino il vespro con nera ferocia. La sorte arde di malinconia. non una nuvola transita per questo cielo!
A volte te ne vai in città che non nomini mai, io rimango in silenzio a patire le tue ombre e con il tuo sorriso divento polvere.
Il sentiero mi parla di te, dei tuoi giorni e percorro il tempo senza fatica.
Ti sento, nelle carezze del vento, nei cortili del tempo.