Io non lo so se ci saremo o non ci saremo.
La canzone dice che non ci saremo...
Ma, a proposito della spes ultima dea, ricordo un vecchio sketch dei fratelli De Rege, ripreso da Walter Chiari e Carlo Campanini negli anni 60.
Si tratta di un telegramma che il "tonto" dei due fratelli deve mandare alla recentissima vedova di un amico. Il testo è il seguente:
Tuo marito Filippo infermo.
Funerali domani ore 11.
Speriamo pronta guarigione.

Vedremo soltanto una sfera di fuoco
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà
solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra
per mille secoli almeno
ma noi non ci saremo.
E catene di monti coperti di neve
saranno confine a foreste di abeti
mai mano d'uomo le toccherà,
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno
ma noi non ci saremo.
E il vento d'estate che viene dal mare
intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città,
fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo
ma noi non ci saremo.
E dai boschi e dal mare ritorna la vita
e ancora la terra sarà popolata,
fra notti e giorni il sole farà
le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno
ma noi non ci saremo.

Nò...non ci stò...!

C'è troppo da aspettare...!
Non ho più tempo da perdere...!

Consummatum est. : ))

Di già...?

E la Madonna...!

La prossima estrazione, almeno su questa ruota, è per la prossima reincarnazione...