Difficile non affondare la penna nell'inchiostro della retorica, soprattutto per uno come me che utilizza la bandiera del linguaggio edulcorato e scritto, e la sventola con orgoglio. Difficile non risultare sovrabbondanti quando si scrive d'amore. E di questo sto scrivendo, del mio amore per te, l'amore di un padre che ama una figlia, un amore che cammina a grandi passi e cammina all'indietro, affonda le radici nel passato e contempla quello che è stato. La tua nascita, ad esempio, il giorno più bello della mia vita, delle nostre vite. Il tuo appartenermi senza essere davvero mia, l'impronta sulla sabbia del tempo, l'arco e la freccia, il frutto e l'albero. Quante metafore, quanti pleonasmi per un amore disposto a tutto, anche a lasciarti andare. Poi c'è il tuo. Un amore che guarda avanti e si proietta nel futuro, l'amore di una donna per un uomo, anzi, di una moglie per un marito. Moglie, marito, matrimonio, famiglia. Parole antiche, concetti che oggi tendiamo a calpestare e a trattare come superati e sepolti dalla storia. Ma non tu. Tu hai guardato avanti, hai cercato il dono, anche se difficile e all'apparenza folle. Non ti sei accontentata di sguazzare a riva, nelle acque calme e conosciute della convivenza. No, hai mirato alto, hai scelto di nuotare e di andare al largo dove il mare è ignoto e pulito, inseguendo il futuro, inseguendo il sole. Difficile pensare a un "per sempre" che lo sia davvero. È una scommessa sovrumana che costa fatica, delusioni, a volte sconfitte. Ma tu ci credi e lo vuoi, perché hai capito che l'amore non si accontenta del presente, ma ambisce all'eternità. E l'amore non può restare relegato al "sentimento", al puro sentire o al semplice istinto. No. L'amore ha bisogno di scelte consapevoli, di impegno, di speranza e pazienza. Dono perfetto nelle mani imperfette degli uomini, spesso trasformato in sublime egoismo. Finestra spalancata sull'infinto, amore che ci rende immortali e simili agli dei. Non so che tipo di padre sono stato. Tu non me l'hai detto, io non te l'ho chiesto. Ma in ogni caso so di aver agito come il cuore e la ragione mi suggerivano. Ho ingoiato gioia e preoccupazioni come tutti i genitori, sempre dietro a te e alla tua età di fuoco, a volte despota, altre volte complice, stordito e ammirato davanti alla spettacolo del tuo diventare grande. Ho avuto paura di perderti, di svegliarmi e di scoprire che te ne eri andata, lasciandomi solo. Poi un giorno è successo davvero e quel giorno ho smesso di avere paura, perché ho capito che il nostro legame è indistruttibile, immune da ogni veleno e da ogni distanza. E adesso eccomi qua. Tra poche ore camminerò al tuo fianco, indosserò l'abito che hai scelto per me e tu sarai la più bella, vestita di bianco. Emozionatissima, e io con te. Un po' mi verrà da ridere, ma sai, è il solo modo che conosco per soffocare le lacrime e riuscire a mantenere un contegno. E sarà festa grande. E sarà la vostra festa. Brinderò al tuo tempo nuovo e al mio che se ne va, a quello trascorso e alle stagioni della nostra vita. Alla bambina che eri, e alla donna magnifica che sei diventata.
Mi appartieni nonostante i muri e le debolezze, nonostante i "mai", i "sempre", i "perché". Mi appartieni e basta, oltre ogni ragionevole dubbio o dubbiosa ragione.
Lascia che sia il tempo ad interrogarti e non il benpensante che incontri per strada o leggi sul giornale. I suoi occhi non sono sinceri, le sue non sono vere domande. Ti chiede come stai e cosa pensi, ma non chiede mai chi sei. Parla di massimi sistemi, di sublimi democrazie intellettuali e libertà assolute. Vuole solo illuderti che il denaro ed il possesso siano le chiavi della felicità, eppure esistono uomini talmente poveri da possedere solo un ricco conto in banca e nient'altro. Lascia che sia il tempo, allora. Non permettere a nessuno di trattarti come un mero bene di consumo, qualcosa di utile finché serve, un limone da spremere finché rimane un po' di succo. Ricorda che sei unico e irripetibile. Ricorda che lo sei soltanto perché esisti e l'alternativa a vivere è il non vivere e il buio è sempre peggio della penombra, dove il nulla si annichilisce nel tutto. Lascia che sia il tempo, solo così ti accorgerai che moriamo in ogni istante e in ogni istante nasciamo rinnovati, perché tutto accade una volta sola, ma il divenire concede sempre un'altra possibilità. Lascia che sia il tempo, amico mio, che sia Pasqua vera, Gioia e Risurrezione. Vita per sempre.
A chi cerca ancora un luce, una certezza che possa contenere, assemblare il disordine, rendere più sopportabile l'insopportabile. A chi ancora ti domanda "Chi sei?" E non i soliti, banali "Come stai?" A chi ancora nasconde un sorriso e a chi lo regala senza aspettarsi niente in cambio. A chi crede alle fiabe e a chi crede alla Vita, la fiaba più bella fra tutte. A chi attende qualcuno che è già arrivato, ma che ancora deve incontrare. A chi conta le stelle in una tazza di caffè, per poi cominciare da capo. Alle mie parole, ai tuoi sogni, al mio tabaccaio ed al mio gatto. A me, a te, a noi. Buon Santo Natale.
Dove sei? Ciò che mi manca maggiormente è il tuo profumo, l'odore buono della tua pelle. Era ovunque, l'avevo dappertutto, tra i capelli, sulle mani, dentro gli occhi. Leggero e persistente. Cambiava nel corso della giornata. Intenso la mattina, era il profumo della tua notte misteriosa, dei sogni nascosti e dei grandi desideri. Rientravi dopo una giornata di lavoro e lo ritrovavo ancora lì, mescolato con l'odore di un ufficio, aria chiusa, carta e inchiostro. Era differente in ogni millimetro di te, cambiava sul tuo corpo e ne seguiva le onde come la prora di una nave, adagiandosi tra le insenature della tua pelle. Era la parte di te che rimaneva sempre anche quando non c'eri, l'impronta calcata sulla terra del mio cuore. Ti ho amato a modo mio, forse poco e forse male. È stato come porre un limite all'infinito, costruire una gabbia nel mezzo di un oceano senza confini. Avevi ragione tu. Amare poco e male è come non amare affatto.
Ti auguro di trovare il mare delle fragole, il mondo perfetto, quello dove tutto è comprensibile ed anche il mistero diventa desiderio e sogno. Quello che meritiamo, quel poco di felicità che ci manca, il posto dove sentirsi meno imprecisi e incompleti. Quello è il mare delle fragole ed io sarò seduto ad aspettarti con il mio vestito migliore e senza scarpe, perché quando verrà quel giorno il mare delle fragole l'avrò trovato anch'io. È incredibile, forse anche puerile e un po' imbecille, ma ti voglio bene.