Ti auguro di trovare il mare delle fragole, il mondo perfetto, quello dove tutto è comprensibile ed anche il mistero diventa desiderio e sogno. Quello che meritiamo, quel poco di felicità che ci manca, il posto dove sentirsi meno imprecisi e incompleti. Quello è il mare delle fragole ed io sarò seduto ad aspettarti con il mio vestito migliore e senza scarpe, perché quando verrà quel giorno il mare delle fragole l'avrò trovato anch'io. È incredibile, forse anche puerile e un po' imbecille, ma ti voglio bene.
A chi cerca ancora un luce, una certezza che possa contenere, assemblare il disordine, rendere più sopportabile l'insopportabile. A chi ancora ti domanda "Chi sei?" E non i soliti, banali "Come stai?" A chi ancora nasconde un sorriso e a chi lo regala senza aspettarsi niente in cambio. A chi crede alle fiabe e a chi crede alla Vita, la fiaba più bella fra tutte. A chi attende qualcuno che è già arrivato, ma che ancora deve incontrare. A chi conta le stelle in una tazza di caffè, per poi cominciare da capo. Alle mie parole, ai tuoi sogni, al mio tabaccaio ed al mio gatto. A me, a te, a noi. Buon Santo Natale.
Dove sei? Ciò che mi manca maggiormente è il tuo profumo, l'odore buono della tua pelle. Era ovunque, l'avevo dappertutto, tra i capelli, sulle mani, dentro gli occhi. Leggero e persistente. Cambiava nel corso della giornata. Intenso la mattina, era il profumo della tua notte misteriosa, dei sogni nascosti e dei grandi desideri. Rientravi dopo una giornata di lavoro e lo ritrovavo ancora lì, mescolato con l'odore di un ufficio, aria chiusa, carta e inchiostro. Era differente in ogni millimetro di te, cambiava sul tuo corpo e ne seguiva le onde come la prora di una nave, adagiandosi tra le insenature della tua pelle. Era la parte di te che rimaneva sempre anche quando non c'eri, l'impronta calcata sulla terra del mio cuore. Ti ho amato a modo mio, forse poco e forse male. È stato come porre un limite all'infinito, costruire una gabbia nel mezzo di un oceano senza confini. Avevi ragione tu. Amare poco e male è come non amare affatto.
Lascia che sia il tempo ad interrogarti e non il benpensante che incontri per strada o leggi sul giornale. I suoi occhi non sono sinceri, le sue non sono vere domande. Ti chiede come stai e cosa pensi, ma non chiede mai chi sei. Parla di massimi sistemi, di sublimi democrazie intellettuali e libertà assolute. Vuole solo illuderti che il denaro ed il possesso siano le chiavi della felicità, eppure esistono uomini talmente poveri da possedere solo un ricco conto in banca e nient'altro. Lascia che sia il tempo, allora. Non permettere a nessuno di trattarti come un mero bene di consumo, qualcosa di utile finché serve, un limone da spremere finché rimane un po' di succo. Ricorda che sei unico e irripetibile. Ricorda che lo sei soltanto perché esisti e l'alternativa a vivere è il non vivere e il buio è sempre peggio della penombra, dove il nulla si annichilisce nel tutto. Lascia che sia il tempo, solo così ti accorgerai che moriamo in ogni istante e in ogni istante nasciamo rinnovati, perché tutto accade una volta sola, ma il divenire concede sempre un'altra possibilità. Lascia che sia il tempo, amico mio, che sia Pasqua vera, Gioia e Risurrezione. Vita per sempre.