Scritta da: Michelangelo (Milo) Da Pisa
"Ti porto a fare un giro, ti va?" "Dove mi porti?" "Nulla di che, nella mia vita."
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"Ti porto a fare un giro, ti va?" "Dove mi porti?" "Nulla di che, nella mia vita."
Ti cullerò come un segreto, eternamente, in precario bilico tra volerlo urlare e custodirlo gelosamente.
Onorare la festa della donna infilando cinque euro nelle mutande di uno spogliarellista, è come picchiare il tuo vicino nella giornata internazionale della pace.
Grazie due volte, perché mi hai reso felice, perché mi hai reso me stesso.
- Pronto?
- Nulla, ti chiamavo per dirti che ti ho dimenticato.
- Sì, ma non c'è bisogno che me lo ricordi ogni giorno.
- Così saprai che ti ho dimenticato per sempre.
- Caro amico, non riesco più a gestire questa storia a distanza.
- Quanto vi divide?
- Geograficamente i centimetri del nostro letto, mentalmente un paio di oceani.
Mi chiedo scusa per tutte le volte che non mi sono presentato agli appuntamenti con me stesso, per le promesse fattemi e mai mantenute, per aver rimandato il mio riscatto, per non aver mai trovato tempo da dedicarmi, per quando stavo male e non c'ero al mio fianco. Mi chiedo scusa se ho omesso di soccorrermi quando imploravo aiuto. Ero via da me, ma mi sono ritrovato.
Quel che non mi perdonerò mai è il non averti cercato abbastanza prima quando ero certo della tua assenza e ignaro della tua esistenza.
Non sa cosa si perde chi ti tratta alla stregua di un'avventura estiva, tu che sei l'amore salato della mia vita. Senza mare esisto un po' di meno.
Grazie d'esistere. Grazie, non desistere.