Scritta da: Walter Girardi
Tu sei il cibo che mi nutre, tu sei l'acqua che mi disseta, tu sei l'aria che respiro. Se un giorno mi dovessi lasciare, morirei di fame, di sete, soffocato.
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Tu sei il cibo che mi nutre, tu sei l'acqua che mi disseta, tu sei l'aria che respiro. Se un giorno mi dovessi lasciare, morirei di fame, di sete, soffocato.
Come può il sole continuare a brillare, quando c'è chi più di lui illumina le mie giornate e mi riscalda il cuore.
Come può la luna continuare a mostrarsi, quando c'è chi più di lei è romantica e ispira le menti e i cuori.
Sei il mio sole, la mia luna, senza te non vivo.
Oggi si festeggia il centro della vita, perché proprio dalla donna, essa è scaturita. Forte come la roccia, delicata come un fiore. Preziosa più dell'oro, splendente più del sole. Musa ispiratrice, al mondo dono speciale, da pittori e poeti resa immortale. Dentro regal dama, ricca ed indifesa. Fuori combattente e coraggiosa guerriera.
Quale luce irradia il tuo volto, tanto bella che nient'altro a più importanza. Ad ogni tuo sorriso il mio cuore si ferma, poiché nemmeno il suo battito può distrarmi da tanto splendore. Vorrei solo guardarti negli occhi e accarezzandoti il viso dirti grazie, grazie di esistere.
Come vorrei che quest'istante non finisse mai. Solo tu ed io, abbracciati ad osservare il mondo, che attorno a noi si muove. Senza bisogno di dire nulla perché tutto ciò che ci serve è solo l'uno per l'altra.
Ti guardo negli occhi e il mondo attorno a noi svanisce. Il tempo si ferma. Il respiro si ferma. Il cuore si ferma. Respiro, vivo attraverso te. Solo tu ed io, in grado di parlare anche senza dire nulla. Niente ha più importanza, nulla ha più valore. Solo i tuoi occhi, più luminosi del sole, voce di un cuore puro specchio di una bellezza immortale.
Tu, mia musa, al mio cuore infondi versi che nemmeno i miei occhi sono degni di leggere. La tua bellezza mai potrà essere messa in parole, mai tali divine fattezze potranno essere descritte. Non ci sono versi che ne racchiudano i tuoi sublimi tratti. Tale splendore però, non è che uno scrigno, che racchiude in se qualcosa di ancora più bello, di ancora più prezioso.
Il non conoscerti, fa di me, la persona più povera al mondo. Aiutami a sopperire questa mia mancanza. Donami un sorriso e tornerò a vivere, degnami di una parola e tornerò a respirare, degnami di uno sguardo e potrò volare.
Io umile messaggero delle stelle, volgo a te le loro preghiere. Tu, che con i tuoi occhi illumini il mondo, fai apparire la loro luce flebile fiamma di candela. A te chiedono il permesso, di poter vivere della tua luce riflessa. Così da risplendere nella notte e di bellezza immortale dipingere il cielo.
Ti vedo raramente. Il tuo viso cosi dolce mi fa tremare il cuore. Aspetto quei rari incontri, vorrei dirti mille cose, ma non so parlare, non riesco a dire nulla di quello che mi fai provare, al solo vederti. Non so nulla di te ma i tuoi occhi, il tuo sorriso, dicono molto del tuo cuore. Chi sei, cosa pensi, cosa cerchi... mille domande senza risposta. E io attendo ancora un occasione, un altro fugace incontro, un altro tuo sguardo un altro tuo sorriso.