Sento ancora l'ansia che trasmetteva mia madre ogni qualvolta si dovesse partire. Si giungeva in stazione con un'ora di anticipo perché lei diceva: "il treno non aspetta". E quando in lontananza tra sbuffi, fumo e vapore cominciava a prendere forma la sagoma nera e imponente della locomotiva, il cuore iniziava a battere forte con lo stesso ritmo del campanello che ne annunciava l'arrivo. Di li...
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di Angelo D'AgostinoClicca qui per vedere le altre racconti di Angelo D'Agostino »