Poesia postata in Poesie (Poesie personali)
L'uomo che vide la gioia del figlio
strozzò lo sguardo del vento gelido
e lo getto nel cuore delle donne amate
non perché fosse geloso
ma perché voleva essere l'unico.
L'uomo che vide la gioia del figlio
strozzò lo sguardo del vento gelido
e lo getto nel cuore delle donne amate
non perché fosse geloso
ma perché voleva essere l'unico.
L'unione tra la notte e l'aurora
nel momento felice di gioia
al calar del nostro dolore
echeggia il primo barlume di luce
Di strani colori miscelati
scende un'acquerugiola d'emozioni
ombre isolate dal vuoto iniziale...
Le nostre ombre narrano le pene
la vita un cunicolo
con in fondo un burrone
Nacque l'uomo per soffrire
soffrire e piangere le gioie
di un monotono istante
Tu ti conosci e non sai chi sei...
Nel caldo tepore d'un sogno...
Il tuo sguardo si fa giorno...
Avvolta, com'eri, d'un felice sorriso...
Il sole attraversava il tuo viso.
Né la debolezza d'un tenero bisbiglio...
Né il dolce tremar del tempo...
Niente è fatto... per rimanere in eterno.
Disgustato da questo vuoto terribile,
Mi trascino crocifisso al sole cocente,
Spaesato in questo posto amabile,
Il mio cuore è morente.
Ho perso il cristallo della gioia,
Ho insultato il mostro della noia,
Lo so... questa Estate intristisce...
Clicca qui per vedere le altre poesie di Arturo Vaccarielli »