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Informazioni

Titolo originale:
Schiavi degli dei. L'alba del genere umano
Autore:
Data di uscita:
2010
Editore per l'italia:
Drakon Edizioni - 292 pagine

Abstract:

Il tempo e lo spazio dentro e fuor dai limiti restano. Né, in sostanza, la loro unione decretata da Einstein muta la loro esistenza. Per produrre il più banale degli esempi anche nell'evoluzione dell'informatica ci poniamo e forse ci porremo sempre di fronte a questa entità. Il problema ci disorienta e talvolta ci atterrisce. I poeti, gli artisti delle avanguardie del Novecento hanno tentato l'abolizione della categoria spazio-temporale, producendo opere piene di un pathos magico che comunque lasciano la sete. Siamo solo in uno stadio avanzato dell'homo sapiens? Se penetriamo pure nel mondo dell'onirico, nonostante Freud & Company, la risposta è positiva. Così l'uomo, e per ora solo lui, si pone di fronte ai grandi quesiti che il misticismo opprime o esalta. Tra questi, uno di cui può intravederne la risposta, ascosa, difficile, ma teoricamente non impossibile, è quello di conoscere le nostre origini. Per puro desiderio di conoscenza scientifica? Anche, ma non solo: se giungessimo a varcare la frontiera delle nostre origini potremmo indagare meglio pure sui concetti d'immortalità, di eternità.

Biagio Russo ha intrapreso in questa consistente opera un'inchiesta emozionante sulle nostre più remote origini. In un'epoca in cui i risultati della scienza diventano sempre più inquietanti, egli ha cercato con scrupolose ricerche di offrirci la chiave di una conoscenza troppo spesso affidata a un esoterismo d'accatto, specie per chi è rimasto ancorato a reminiscenze scolastiche soprattutto occidentali.
L'autore, con la sua scrittura personale, disinvolta, ma mai disgiunta da quei dati scientifici richiesti dall'argomento, ci irretisce, pagina dopo pagina, tenendoci sempre vigili per seguire l'inchiesta che promuove, come se seguissimo un accattivante romanzo poliziesco.
I risultati non mancano e, attraversando macrocosmo e microcosmo, scienza e mito, una luce per alcuni ineffabile esalta il mistero della cosmogonia.
Certo il mistero resta, i dubbi ci seguiranno, ma essi fanno parte del normale agire di ogni intellettuale, di colui cioè che esplora l'analogia delle cose e, in questo caso, quelle dell'universo.
Opera pertanto personale anche nei contenuti, nelle varie tesi che si susseguono, ma – ed è questo che conta – sempre corredate da un'ampia documentazione e nel rispetto degli studiosi che l'hanno preceduto.

L'"attacco" di stampo autobiografico, narrativo, ci informa che l'ingegnoso e appassionato estensore fin da giovanissimo ( "Avevo 14 anni quando il mio amico Fabrizio [...]" ) venne attratto da ogni opera che trattava soggetti avvolti nel mistero. Il fomite fu precisamente il libro Non è terrestre di Peter Kolosimo. Da questo forte interesse, reiterato negli anni, scaturì poi la decisione di scrivere questo trattato da cui si evince, non solo per la mole, che ci troviamo di fronte ad un lavoro di ricerca di alcuni lustri che, ci si perdoni la litote, non è il frutto di un dilettante che ha assemblato et ab hic et ab hoc senza metodo idee altrui.
Segue un'illustrazione del metodo seguito ricca di promesse: "troveremo e daremo le risposte a quelle domande che, di fronte all'inspiegabile, all'incredibile, all'umanamente inarrivabile, il genere umano si pone da millenni".
Ciò nonostante l'uso della premunizione e talvolta dell'interrogazione retorica si fa frequente, persino ossessivo: "e, stiamo attenti: tutto senza alcun condizionamento e liberi da pregiudizi. Presentando la verità con le prove alla mano", "Comprendo che quanto appena scritto possa dispiacere a qualcuno, ma è la storia. E la storia va tenuta a mente. Sempre", ecc. Ha in questo tutta la nostra comprensione e complicità. Mi viene da pensare al poeta/scienziato francese, Charles Cros, inventore del fonografo prima di Edison, e all'origine delle prime realizzazioni fotografiche a colori, di altre straordinarie invenzioni e grande studioso di lingue antiche (ebraico, sanscrito, ecc.). Consapevole che le sue idee erano destinate a scontrarsi con l'incomprensione, terminando il suo studio sui mezzi di comunicazione tra i pianeti, così scriveva: "Sarò felice, se non urto da ogni parte, come mi è successo spesso, contro il non sapere negatore di tutto quello che non è il calco fedele del passato".
Il lettore potrà non trovarsi sempre d'accordo con le tesi di Russo, ma lo scopo principale della sua opera è stato quello di farci riflettere sulle nostre origini e quelle dell'universo conosciuto e non. L'autore non ha ricevuto il suo Corano, come Maometto lo ebbe dall'angelo Gabriele. Valga la citazione in corsivo riportata in chiusura: "Un uomo che ha smesso di farsi domande è un uomo che ha smesso di accrescere la propria conoscenza". I dubbi? Perché no? Anch'essi fanno parte dell'apparato intellettivo. Purché, come scriveva Cros, non siano determinati da un rigetto aprioristico, dunque acritico.
L'autore ha estrapolato dal mito e dalla scienza un'enorme quantità di versioni sulle nostre origini, sulle molteplici rappresentazioni del diluvio universale ( "il Diluvio Universale, per essere brevi, è presente nella Bibbia, nella mitologia Babilonese, Assira e Sumera, in Asia, in Oceania, in tutto il continente americano e in alcune regioni africane. Sinceramente di versioni del Diluvio ne ho lette tante da perderne il conto [...]" ). Con Schiavi degli Dei possiamo risalire ai tempi remoti che precedono la Bibbia, compresi quelli che la ispirarono. È, infatti, ormai accolta dai più la tesi che gli ebrei portarono in "patria" quella cultura appresa nel loro periodo di deportazione presso i babilonesi di Nabucodonosor ii, come ha sostenuto di recente pure

a cura di Gabriel-Aldo Bertozzi.

-- Gabriel-Aldo Bertozzi
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È un percorso d'indagine scientifica, filologica, storica e letteraria alla ricerca della verità circa le origini del genere umano. Una inchiesta portata avanti sempre e costantemente con l'ausilio di testi originali scritti o curati da autorevoli esperti internazionali di assiriologia e sumerologia e da esponenti di spicco del mondo accademico italiano dell'astronomia, della storia, della statistica, della lingua e della letteratura straniera.
Un percorso in cui il lettore viene portato per mano alla ricerca di un crescendo di tracce da seguire, indizi da trovare e testimonianze da acquisire agli atti di un ipotetico processo contro l'occultamento della verità, nascosta o semplicemente taciuta: un viaggio verso la Conoscenza. Il tutto con un linguaggio semplice e comprensibile. Un procedimento attuato con spirito rispettoso, oculato ed obiettivo, elementi sempre presenti nelle ricerche e nelle analisi di approfondimento doverosamente ed opportunamente effettuate.
La scena delle investigazioni è il Medio Oriente, la "Fertile Mezzaluna", ma essa viene spesso, se non quasi esclusivamente, concentrata sulla Mesopotamia, la terra tra i fiumi. Una scelta obbligata, o quanto meno prioritaria, rispetto ad altre, perché moltissimo converge in questa particolare area geografica.
Le indagini, che partono da uno status quo delle conoscenze delle origini dell'uomo, affrontano in maniera razionale e critica l'annosa teoria darwiniana dell'evoluzione della specie, per approdare all'attenta esegesi della Bibbia dopo aver esaminato, chiarito e determinato il come, il quando, ed il perché di miti e leggende.
Dalla Bibbia agli Assiro-Babilonesi il passo è breve. È ormai acclarato, ed accettato perfino dalla Chiesa di Roma, che molti degli scritti della Bibbia traggono origine da storie, credenze, usi e costumi babilonesi. Per questo il cerchio delle indagini si stringe sulla ricerca di quei documenti originali con l'intento di verificare l'attendibilità e l'affidabilità degli stessi nonché degli autori o dei redattori che ne fecero composizione.
La scrupolosità, con cui vengono condotte le indagini, conduce il lettore a prendere conoscenza e coscienza che il contenuto di alcuni importanti testi trae la sua origine effettiva dall'antico popolo Sumero, una popolazione che, come riportato nel libro, era depositaria di conoscenze incredibili ed impensabili per l'epoca neolitica in cui venivano espresse. Massima espressione è la cosmogonia accadica supportata dalla nota "legge Titius-Bode" relativa alle distanze orbitali dei pianeti dal Sole; teoria astronomica spesso dibattuta strumentalmente, quando non osteggiata, per le sue palesi ma giustificabili imprecisioni. Imperfezioni che oggi, grazie all'intervento del Prof. Tonio Di Battista, sono state corrette e perfezionate avvalorando implicitamente, ma con rigore scientifico, le corrette ed incredibili descrizioni sumeriche circa il nostro sistema solare.
Le narrazioni provenienti dalla terra di Sumer sono state qui più volte sottoposte ad analisi e verifiche di autenticità. I risultati descritti si sono rilevati positivi. Ciò ha permesso di confermare la straordinaria conoscenza sapienziale dei loro autori, un popolo che, non dimentichiamolo, ha inventato la scrittura, la ruota, la città, la musica, ed altro ancora. Tale condizione di estrema affidabilità dei racconti accadici, ha consentito di procedere nell'attività investigativa avvalendosi di un testimone di indubbia attendibilità: il popolo sumero, del quale viene anche affrontata la centenaria questione delle sue "enigmatiche" origini. È in questo contesto che, alla luce di dimenticati ma ritrovati studi accademici, viene qui riproposta la più che probabile soluzione rivelatrice.
Prima di passare all'esame diretto di ciò che i Sumeri svelano ai posteri, affinché tale messaggio sia effettivamente recepito e correttamente interpretato, il lettore viene chiamato ad acquisire il cosiddetto "codice di lettura": una premessa affinché si diminuiscano quanto più possibile i rischi di incerta interpretazione del testo. Una premessa doverosa perché altrettanto necessaria. Molti uomini, forse troppo legati ai loro concetti religiosi, hanno difficoltà a riconoscere come verità qualcosa di profondamente diverso dalle proprie radicate convinzioni.
"Il Progetto", come nell'ultimo capitolo della Parte ii di questo lavoro è stata ribattezzata la creazione del genere umano, è preceduto da un opportuno "antefatto" quale causa-effetto della conseguente azione. Esso altro non è che la chiara, lucida e precisa descrizione del perché, quando e come si procedette alla realizzazione di un essere lavoratore essenziale ed ubbidiente: l'uomo primitivo, lo "schiavo degli dei", come giustamente titola il libro.
Adamo, Eva ed il Serpente, sono figure che vengono finalmente scrutate ed esaminate con cura, oltre i confini teologici fin da troppo tempo imposti dalle Sacre Scritture, finanche nel loro tanto misterioso quanto illuminate significato esoterico. Straordinari sono i frutti dell'approfondita ricerca filologica ed etimologica dei tre elementi sacri tanto cari agli estensori del Antico e Nuovo Testamento. Fra questi frutti svetta la resurrezione femminile, ovvero la sensazionale riscoperta del giusto valore che, ancor prima dell'introduzione del patriarcato, veniva attribuito alla donna. La rappresentante dell'originale pacifico e sedentario istituto matriarcale.
Il percorso di ricerca è coinvolgente. Continuamente. Grazie, soprattutto, agli incessanti e sempre più chiarificatori indizi che, nell'attento e logico metodo di indagine, stimolano nuovi approfondimenti di verifica e di conoscenza. Un esempio si concretizza nella ricerca etimologica prossima e remota, strumenti molto presenti nel testo. Attrezzi che uniti alla filologia ed alla certosina ricerca di antichi testi originali, per i più caduti nell'oblio, ma fondamentali al buon esito dello studio, contribuiscono in maniera eccellente a scolpire la pietra grezza della conoscenza ignorata. Il risultato ottenuto produce un'incredibile ordine e sequenzialità circa l'origine, l'uso ed il significato, di termini che hanno occupato anche le pagine del più importante documento storico-religioso qual è l'Antico Testamento. Parole i cui riscoperti significati trasportano il lettore a decise rivisitazioni, se non revisioni, delle proprie certezze o convinzioni.
Angeli, Giganti, Figli di Dio o Vigilanti, sono solo alcuni degli attori principali della iv ed ultima parte del libro. È in questa sezione che "la rivelazione" si mostra esplicitamente e sempre più vicina a sciogliere i nodi interpretativi, la comprensione del "progetto supremo", i suoi risvolti ed i suoi eventi imprevisti ma non del tutto imprevedibili. Il viaggio, ormai prossimo al termine, esprime ed espone quasi tutte le tessere del mosaico dell'intrigato caso dell'alba del genere umano. Fra queste, per la sua diffusa popolarità, troviamo il "peccato originale rivelato" seguito da una lucida quanto chiara esposizione di ciò che la ricerca, sempre più approfondita, porta straordinariamente alla luce.
L'epilogo esamina in maniera sospensiva il caso umano della ricerca delle proprie remote radici, un desiderio naturale e logico di conoscere gli artefici di quel Progetto esposto nel testo e di cui l'uomo costituisce e rappresenta il compimento. Per scelta obiettiva, in queste ultime pagine del libro, non compare una netta posizione a favore di una delle teorie che oggi si ritiene forniscano una risposta compiuta a tale bisogno di sapere. Tuttavia, in esse appare un compendio di testimonianze tanto concrete quanto enigmatiche tramite le quali si esprime un opinione motivata e documentata.
Al lettore, fedele compagno di questo impegnativo ed interessante viaggio esplorativo, viene lasciato il compito di alimentare la propria fiammella illuminante della conoscenza.

-- Biagio Russo

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