Non me lo nego di saper riconoscere tra mille opere quella più bizzarra, in cui la Furba Nana, così chiamata per la sua loquacità sorniona e la statura a dir poco modesta, manda Rino, suo figlio sbarazzino, al mercato, proprio quando, fra gola irritata e raffreddore, molta voglia non ne aveva.
Allora egli indispettito, al Bicocca se ne andò, passando così da Rance* di Bretagna ai Navigli milanesi, ove nuovi incontri coccolavano le sue giornate grigie. Giodatte, romano amico suo, il cui nome deriva dalla frase a lui più ripetuta, ovvero: ”Giò, datte na mossa”, lo esortava a frequentar folcloristiche feste, nelle quali panettoni e zuccheri filati deliziavano i loro palati. Ma nonostante incontrò figure clementi, nel suo cammino, capì che la strada non era quella, così, come un lampo nel deserto, l’istinto lo condusse a ritornar per vecchie vie.
La Furba Nana, sola e rassegnata, non pensando a un suo ritorno, rammentava nel profondo tutto ciò che aveva intorno. Promise perplessa, di rendersi migliore per se stessa. A fine anno nel mentre cucinava una Rana Pescatrice, piatto sopraffino, il preferito del suo Rino, sentì aprire la porta di casa… Con grande stupore, vide proprio lui, con aria trasandata e occhi docili, e già si avvicinava esclamando: “Eccomi mamma, sono tornato, questa è la frutta che mi avevi chiesto. Sento profumo di rana, fammela mangiare, rimango per cena se non ti spiace”. L’amore represso, sbocciò tra loro in quel momento. Così i due si riunirono, misero da parte ogni screzio e si fortificò il loro affetto.
da me fu vagliata questa buffa sceneggiata ed ora dica chi sa trovare, tra le righe ben nascosti, tutti i frutti differenti. Attenzione, sono venti!
*Rance: fiume della Francia occidentale, in Bretagna, lungo circa 100 km.
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti