PensieriParole Concorso #IORESTOACASAeSCRIVO: ecco i vincitori

Concorso #IORESTOACASAeSCRIVO: ecco i vincitori

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PensieriParole, il primo sito di letteratura online che al momento conta 400.000 contributi inseriti, letti e manualmente pubblicati (tra frasi, aforismi, poesie, racconti e così via) ha indetto il quattordicesimo concorso di letteratura a partecipazione gratuita #IORESTOACASAeScrivo.

Questo concorso ha dato ai centinaia di autori partecipanti una chance di pubblicare il proprio libro gratuitamente! In questo momento molto duro per il nostro paese l’arte e l’estro possono dare un’importante mano alla popolazione. Instillare buoni propositi è il primo passo per tornare alle nostre vite. Ed è stato fatto attraverso frasi, poesie e racconti sul tema della positività e rinascita.

A partecipare al concorso sono stati 275 autori, per un totale di 679 opere in gara, tra il 30 marzo e il 15 aprile; dal 20 al 30 aprile invece siete stati voi stessi a votare le 90 selezionate.
Tutte le frasi inviate, considerate valide ai fini del concorso, sono disponibili qui, mentre quelle che hanno passato la selezione interna qui.
Siamo dunque pronti per presentarvi chi ha vinto.

Per la categoria FRASI, di Bernardo Panzeca (link):
Impariamo dai cuori a far la quarantena. Sono rinchiusi al buio in poco spazio, si muovono sul posto e pur silenziosi e distanti tra essi non smettono mai di amarsi.

Per la categoria POESIE, di Michele Gentile (link):
Titolo: Impareremo ora
Impareranno le mani semplici gesti,
il tepore dei giorni sereni
da intrecciare all’edera della speranza.
Scriverà lettere sincere la voce,
parole nuove da consegnare al vento
mentre il silenzio ci insegnerà ad ascoltarle.
Impareremo l’assenza e il dono dell’attesa,
capiremo che la solitudine è terra da coltivare
per far fiorire i nostri stessi rami.
Impareremo a proteggere
il respiro di ogni creatura.
Impareremo la strada di casa, ora
o mai più.

Per la categoria RACCONTI, di Dorotea Lombardo (link):
Titolo: L’amore al tempo del coronavirus (Fiaba & novella)
Era tempo di distruzione, il tempo dei Coronavirus che diffondendosi attraverso tosse e starnuti, originarono une pandemia di dimensione planetaria.
Essi si presentavano sotto forma di cerchi ornati di minuscole gobbe visibili solo al microscopio.
Orgogliosi del loro grande potere si erano dati tale nome perché si sentivano simili alle corone che i sovrani ponevano sul capo, in segno di autorità, superiorità e sovranità.
In realtà, l’immagine più appropriata era quella di una corona funebre fatta di fiori e fronde, con nastri e scritte.
Negli ospedali era come essere in guerra: letti occupati solo da ammalati di Coronavirus.
Una situazione tragica che costringeva i medici a decidere la cura per età e per condizione di salute.
La situazione raggiunse il culmine della gravità ovunque con un elevato numero di vittime.
I governanti, disperati, decisero di chiudere le porte delle città, fino a vietare gli spostamenti da città “focolaio” di coronavirus a città risparmiate dall’epidemia.
Ai cittadini fu imposto di non uscire di casa per ridurre il contagio.
I Coronavirus, malvagi e stolti, volevano distruggere il mondo e ripopolarlo con cittadini sani e robusti, bambini e giovani.
Avevano in mente di eliminare gli anziani perché ritenevano svantaggioso far vivere persone deboli e malaticce.
Entravano nel corpo di tutti ma nei giovani e bambini si fermavano nel naso e nella bocca, negli anziani raggiungevano i polmoni devastandoli fino alla morte.
Stupidissimi, non si erano chiesti chi al loro posto avrebbe insegnato ad essere persone migliori. Chi avrebbe dato perle di saggezza e consigli ricchi d’amore?
Sarebbero venute a mancare persone sagge che comprendevano al meglio i problemi ed i sogni dei piccoli e che servivano da guida ai giovani nel loro ingresso alla vita. Persone preziose e insostituibili, che rimanevano luminose per sempre nel cuore di tutti, anche dopo essere stati strappati alla vita.
I Coronavirus non avevano mai convissuto con i bimbi e con i giovani per capire che avevano bisogno dei nonni che li coccolavano, degli insegnanti che li istruivano e li educavano insieme ai genitori e dei medici che li curavano.
Nonostante la reclusione e l’isolamento necessari, i bimbi non rinunciarono a comunicare con i loro nonni ed a condividere esperienze e sentimenti.
Ricorsero, allora, ad internet che connetteva persone di tutto il mondo attraverso una rete virtuale che i coronavirus non avevano potuto spezzare.
Ogni giorno, cinque magici bambini, Sofia, Rebecca, Rachele, Anna e Antonino da diversi paesi Europei, Belgio, Inghilterra e Italia – sopperivano alla mancanza dei nonni attraverso le videochiamate. La distanza non era più un problema!
Si salutavano, si abbracciavano e si baciavano virtualmente catapultati in un mondo fatto di momenti di intimità, confidenza e divertimento. La tecnologia aveva operato il miracolo!
I coronavirus non avevano compromesso la creatività e la solidarietà dei bambini. Avevano causato in tutti l’intensificarsi dell’amore e della tenerezza per affrontare i momenti difficili.
I bambini continuavano a sorridere alla vita anche quando la situazione era drammatica.
I cinque magici bambini decisero di abbattere i Coronavirus, brutti e pericolosi, che causavano atroci sofferenze come febbre alta, tosse secca, stanchezza, raffreddore, mal di gola, mal di testa, vomito, diarrea, e difficoltà respiratorie. I sintomi erano da principio lievi, poi, gradualmente, ed in particolare negli anziani, peggioravano fino alla morte.
Maledettissimi asociali, privi di sentimenti e insensibili ai problemi dei bambini che amavano svisceratamente i loro nonni!
I cinque magici nemici dei Coronavirus avevano deciso di scovarli nei loro nascondigli e stecchirli.
Una grande, pericolosa ed ardua avventura!
Dal canto loro i coronavirus, frenetici e come impazziti, trasmigravano indisturbati da un corpo all’altro, senza paura di essere catturati dai piccoli grandi eroi.
Soli e rilassati, i Coronavirus vagavano nel mondo senza una meta precisa.
Erano nati in Cina, si pensava dai pipistrelli, dove restarono per un certo tempo durante il quale si evolsero, acquisendo una sorta di invulnerabilità nei confronti di tutti e di tutto, anche dei farmaci.
Si moltiplicarono velocemente formando delle squadre che concorrevano in gare di velocità. Serviva loro un esercito veloce, equilibrato, che sapeva correre, restare immobile e collaborare.
Avvinghiati alle persone intrapresero un vasto percorso e invasero il resto del mondo. All’inizio dell’autunno fuggivano, si nascondevano e applicavano il loro rituale per la ricerca delle vittime da sacrificare.
Invisibili, agili, veloci, possenti e scattanti si prendevano gioco di tutti.
Per rendersi introvabili giocavano ad un crudele nascondino, celandosi nei forellini dei poveri malcapitati: bocca, naso e occhi.
Si posavano anche su superfici, oggetti ed animali ma dopo qualche tempo morivano.
Se la mano di qualcuno vi si posava sopra, però, era il principio della malattia e per questo motivo le persone indossavano guanti e mascherina, finendo per somigliare a soldati in guerra con un un semi-elmo sulla faccia per proteggere le vie respiratorie.
Quando i coronavirus vedevano un forellino senza maschera si precipitavano ad entrare dalle narici. Trovavano nel naso un ambiente caldo – umido e una sostanza vischiosa, il muco che cercava di intrappolarli, ma essi si facevano strada con tutte le loro forze per proseguire il viaggio nel corpo umano.
Raggiungevano un tubo flessibile con all’interno delle ciglia vibratili e scatenavano una brutta tosse.
Il tubo terminava in due rami che si dirigevano ciascuno verso i polmoni, organi della respirazione, poggiati su un robusto muscolo e protetti dalla gabbia toracica.
I Coronavirus si trasferivano nei polmoni di altre persone attraverso goccioline di saliva, tosse e starnuti.
I nostri cinque piccoli eroi non si davano pace pensando ai loro nonnini in pericolo ai quali, se ne avessero avuto il potere, avrebbero dato la vita eterna.
No, no e sempre no! Non ci stavano!
Una mattina dopo aver vissuto momenti virtuali piacevoli con i nonni decisero di iniziare un combattimento all’ultimo sangue per distruggere i loro microscopici nemici.
Sofia, la più grande, rivolgendosi a Rebecca disse:
“Molte persone contagiate, fra cui tanti dottori, hanno perso la vita. Anche i nostri papà, lo zio e la mia mamma rischiano la loro vita per tutelare la salute dei pazienti.
Non c’è tempo da perdere! Dobbiamo fermare i Coronavirus!”
“Se i Coronavirus si mascherano da comune raffreddore per avere il tempo di finire il loro lavoro di morte, come faremo a riconoscerli?” Chiese Rebecca.
Sofia ribadì: “Nessun problema! All’insaputa dei nostri genitori, sottrarremo cinque siringhe con del disinfettante repellente, a base di alcool. Lo spruzzeremo all’impazzata e ovunque. Poi ci inseriremo nel loro spietato gioco”
Anna aggiunse: “Prima di avvicinarci ai Coronavirus, ci copriremo con la mascherina bocca, naso e occhi”.
Rachele ribattè: “e non ci toccheremo il viso, gli occhi e la bocca se non prima di aver lavato le mani con acqua e sapone per almeno 60 secondi o averle purificate con lo stesso disinfettante a base alcolica”.
Rebecca ansiosa chiese: “Antonino che non sa parlare quale compito avrà?”
Sofia tutta contenta annunciò: “è vero! Non sa parlare. Sa dire” Ro-Ro-Ro-co-co-coo “per chiamare Rocco. Gli faremo gridare queste sillabe per iniziare il gioco. Sarà il nostro arbitro. Verrà con noi anche Rocco, il mio cagnolino, ma senza mascherina perché è insofferente agli indumenti. Da lui non abbiamo nulla da temere perché gli animali non piacciono ai Coronavirus”.
Trafugate e caricate le siringhe con il disinfettante a base di alcool, Antonino mascherato da superman e le tre bimbe da supergirl, non visti dai genitori, si avventurarono nel mondo.
Come per magia si sollevarono in volo: il Dio della misericordia aveva dato loro la leggerezza e l’immunità degli eroi. Potevano inseguire i malvagi Corona-virus.
Catapultato nello spazio, spruzzando con la sua siringa, Antonino, gridava: “Ro-Ro-Ro-co-co-coo”.
Sofia continuava: “Dappertutto spruzzerò”.
Rachele aggiungeva: “Le mani laverò e l’infezione preverrò”.
Le fece eco Rebecca: “Io li smaschererò”.
Seguì Anna: “Per sempre li addormenterò e il contagio impedirò”.
Antonino continuava: “Ro-Ro-Ro-co-co-coo”.
Spaventatissimi i Coronavirus inzuppati di disinfettante a base di alcool, con i timpani rotti dagli strilli di Antonino, si dettero alla fuga e non tornarono mai più.
I cinque eroi avevano stanato i coronavirus ed i trofei vinti furono le vite umane sopravvissute.
Avevano restituito il sorriso e momenti di leggerezza a gente di tutto il mondo ed avevano lasciato un forte messaggio per tutti quelli che avevano ancora la possibilità di avere accanto una parte meravigliosa e fondamentale della popolazione: gli anziani nei loro differenti ruoli.
Aveva vinto l’amore al tempo dei Coronavirus.

Come scritto precedentemente, tutti e tre si sono aggiudicati la possibilità di pubblicare gratuitamente un proprio libro (con dieci esemplari inviati direttamente a casa) con la casa editrice Edizioni PensieriParole. Grazie a tutti!

3 COMMENTI

  1. Non avevo nessuna pretesa per la vincita del concorso. Speravo almeno in un’evidenza di partecipazione al concorso delle mie frasi con i relativi punteggi. Vedo che non è avvenuto.
    Grazie lo stesso.
    Saverio Ferrara

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