Colora il pennello pittore, di voce che musica ti esca, dal cuore alla luce, scolpisci ed intaglia l'amore d'eterno di piume e di fiori, di bianco d'inverno, cantando rapito disegna di stelle che scoppino allegre, creando scintille tra cieli di prati, cui il sole si culla, cent'anni in ricami per sogni a fanciulla da te nascerebbe bellezza, danzando dei passi, faresti parlare, inventando creatura di strisce infinite, ribelle, al dio di cui soffia di argilla e di pelle, lo so, toglieresti ogni verso a creare quel giorno che terra poi cadde a volare.
Sapessi che amore ti avessi incontrato, l'ho sempre e soltanto per sempre sperato, tra carte e parole dal cuore strappate da un nero profondo, a colori segnate e descritte da sogno ogni segno, sentito, qualsiasi disegno avrei fatto, mentito.
Tra passi di nuvole senza ragione, in mezzo a ruscelli di pura emozione, che amore ti avessi davvero trovato, più forte che il tempo abbia desiderato.
Hai scritto il linguaggio che bocca mi urlava, hai fatto in coraggio che tutto mancava, trasposto illusioni all'interno canzoni dimentico pezzi di vita e ragioni, perché tutto sfuma e la nebbia dirada se non ti appartiene si perde per strada.
Sapessi che amore ti avessi trovato sarei dove prima non sono mai stato, un mondo che basta girarmi di fianco, dormire ti guardo che non son mai stanco.
Non te ne andare speranza di attimi in pace, sereni da nuvole a mente mai sgombra di oscuri pensieri e tormenti. Senza dire mai più che "magari va meglio", errore che porta a serrare poi i pugni, con qualcosa che accade, o qualcosa che torna alla mente a mancare.
Non ti è mai appartenuto l'amore qualunque, ché a soffrire nel petto ne hai reso destino.
Non hai mai rinunciato al tuo esser te stesso, rinnegando l'orgoglio a rivendicazione, per le scelte che altri han pagato.
Amore che senti fuggire, amore che temi poi possa morire, amore mai nato. Perduto, sia che oggi o domani. O che è impresso al passato.
Oh ti prego speranza, non te ne andare col prossimo pezzo a mancare. Di frammenti perduti son piene le strade percorse, e non resta che un cuore malato, sconfitto, disincantato.
Eppure era nato tra i sogni più puri ed ingenui a far schifo.
Adesso a cercare un ultimo scoglio, il bisogno di un altro respiro.
E che poi sia la carne inerme in attesa a tormento di avvoltoi che dilaniino, e di corvi stupendi, cui affidarsi a volare nel vento del mondo perduto. E perdente da quando ricordi esser vivo.
Ho in mente un confine ben definito tra aver bisogno dell'anima di una persona che vivi e necessitare soltanto della sua carne. C'è chi si accontenta di assaggiare l'amore mentre c'è chi lo sfida e se ne fa sommergere.
Parlami... di te, raccontami del tuo cuore. Io sono qui che lo ascolto così simile al mio, in silenzio, in segreto... ... il nostro. E lo farò, sempre... tutte le volte che vorrai... ogni volta che sentirai il bisogno ... di me...
Amo quei puntini di sospensione che sostano tra realtà e sogno. Li aspetto come si fa con un respiro... che si lascia andare al momento nel nostro spazio segreto.