I giovani amanti
Dovevam perderci allora,
quando brezza gonfiava le nostre vele
e bianche e linde le nostre tele,
battevan forte rivolte a prora.
Senza timoni, portati dai venti,
in quale porto saremmo oggi,
se fossimo stati un po' più saggi
o forse solo più incoscienti.
Com'ora mai fosti più bella,
tempo e vita han colorato,
quegli occhi tuoi che ho sempre amato,
il tempo ammanta e mai cancella.
In quelle gemme verdemare,
tante risa e qualche pianto,
l'imbarazzo ed il rimpianto,
di chi non sapeva amare.
Chissà se ancora ti domandi,
se la notte a letto sogni,
se nel cuore a volte agogni,
tornare a prima d'esser grandi.
A quella vespa e quei teneri amanti,
le mani impazienti, i respiri affannati,
i baci infiniti sotto cieli stellati,
agli occhi che brillano come diamanti.
A quella panchina nascosta nel prato,
cercando scuse per fare più tardi,
mai sazi di noi e dei nostri sguardi,
alle notti vissute tutte d'un fiato.
A quelle labbra al sapore di menta,
quando la notte sembrava infinita,
a quando la luna dall'alba rapita
ci salutava dall'alto ormai stenta.
Ci siamo persi, dimenticati,
non il ricordo di te sul mio petto,
parole che forse non t'ho mai detto,
ma in fondo sai che ci siamo amati.
Un giovane amore è spesso dannato,
innocente, immaturo a volte malato,
ma se vita m'insegna e qualcosa ho imparato,
un'amore così non và mai scordato.
Restiamo a terra alla vita ancorati,
coi giorni nostri perduti lontano,
mentre la vita ci fugge di mano,
sognando quei mari dal vento agitati.
Composta lunedì 31 luglio 2017
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