Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
Al nero sole del silenzio le parole si doravano.
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Al nero sole del silenzio le parole si doravano.
Tu scegli il luogo della ferita
dove dicemmo il nostro silenzio.
Tu fai della mia vita
questa cerimonia troppo pura.
Scrivi poesie
perché hai bisogno
di un posto
dove essere quello che non sei.
1
il vino è come un pianto desolato
che inumidisce la mia gioventù contro i tuoi baci
che un'altra deglutisce.
il vino è un'elisir che polverizza
i desideri mefitici del mio corpo
che svolazza gemendo di fronte alla tua effigie
d'ombra assopita.
2
il vino si schiarisce mescolato
alle mie lacrime così silenti;
il tuo volto gitano, infarinato, appare in ogni bolla.
la mia gola è un arcipelago maledetto
le mie tempie tappi di un pozzo immondo
volere amarti ed affrontare l'altezza
con cosi goffe angustie!
La tua voce
in questo non potersene uscire le cose
dal mio sguardo
mi spossessano
fanno di me un vascello in un fiume di pietre
se non è la tua voce
pioggia sola nel mio silenzio di febbri
tu mi liberi gli occhi
e per favore
parlami
sempre.
So poco della notte
ma la notte sembra sapere di me,
e in più, mi cura come se mi amasse,
mi copre la coscienza con le sue stelle.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è niente
e le congetture sopra di lei niente
e gli esseri che la vivono niente.
Forse le parole sono l'unica cosa che esiste
nell'enorme vuoto dei secoli
che ci graffiano l'anima con i loro ricordi.
Ma la notte deve conoscere la miseria
che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee.
Deve scaraventare odio sui nostri sguardi
sapendoli pieni di interessi, di non incontri.
Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa.
La sua lacrima immensa delira
e grida che qualcosa se n'è andato per sempre.
Un giorno torneremo ad essere.
Questo lillà perde i fiori.
Da sé medesimo cade
e cela la sua antica ombra.
Morirò di cose come questa.
Parlo perché alla casa del linguaggio vola via il tetto,
parlo perché le più buie parole guariscono,
parlo perché un solo fiore non singhiozzi,
parlo per vestire le onde, per dare fiato alla zolla.
Parlo perché il giardino è verde anche in una mentre distrutta.
Lei si spoglia nel paradiso
della sua memoria
Lei non conosce il destino feroce
delle sue visioni
Lei ha paura di non sapere nominare
ciò che non esiste.
Quando mi guardi
i miei occhi sono chiavi,
il muro ha segreti,
il mio timore parole, poesie.
Solo tu fai della mia memoria
una viaggiatrice affascinata,
un fuoco incessante.