Scritta da: Gabriella Stigliano

Il ricordo

Quando per un mortale il fragore
del giorno cessa e sulla muta città
l'ombra traslucida della notte
e il sonno che ristora scende già,
allora per me s'insinua nel silenzio
il tempo del penoso vegliare:
e nell'inerzia notturna, della serpe
del cuore sento i morsi bruciare.
I sogni fervono e da gravi pensieri
è oppressa allora la mia mente.
Il tacito ricordo davanti a me
il suo lungo rotolo distende,
e con disgusto leggendo la mia vita,
amaramente piango e mi deprimo,
amaramente tremo e maledico,
ma i tristi versi non sopprimo.
Aleksandr Puskin
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    Scritta da: Gabriella Stigliano

    Il talismano

    Là dove il mare batte senza sosta
    contro le rocce solitarie,
    là dove la luna più calda brilla
    nell'ora della nebbia serale,
    dove, negli harem dilettandosi,
    i giorni passa il musulmano,
    là una fata, lusingandomi,
    mi consegnò un talismano.
    E, lusingandomi, diceva:
    "custodisci il mio talismano:
    in esso c'è una forza segreta!
    Ora è qui nella tua mano.
    Dalle malattie, dalla tomba,
    nel minaccioso uragano,
    la tua testa, amico caro,
    non salverà il mio talismano.
    E le ricchezze dell'oriente
    esso giammai ti donerà,
    e gli adoratori del profeta
    esso non ti sottometterà;
    e in grembo agli amici più cari,
    da un triste paese lontano,
    nella tua terra non ti porterà
    questo mio talismano.
    Ma quando dei perfidi occhi
    ti vorranno affascinare,
    o una bocca nella buia notte
    ti bacerà senza amare –
    da nuove ferite del cuore,
    da ogni desiderio insano,
    dal tradimento e dall'oblio
    ti salverà il mio talismano.
    Aleksandr Puskin
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      Scritta da: Gabriella Stigliano

      Il poeta

      Finché Apollo non sacrifica
      il poeta sul suo altare,
      nelle pene del vano mondo
      egli spaurito deve aspettare.
      È muta la sua sacra lira,
      l'anima freddi sogni assapora,
      dei miseri figli della terra,
      forse egli è più misero ancora.
      Ma appena la parola divina
      il sensibile udito toccherà,
      come un'aquila risvegliata,
      l'anima del poeta si alzerà.
      È triste nei trastulli del mondo,
      fugge via dalla gente chiassosa,
      davanti all'idolo delle masse
      non china la testa orgogliosa.
      Corre, selvaggio e severo,
      pieno di sgomento e di canti,
      fin sulle onde del deserto,
      nel bosco di querce fruscianti.
      Aleksandr Puskin
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        Scritta da: Gabriella Stigliano

        Le tre fonti

        Nella steppa del mondo, triste e sconfinata,
        sgorgarono tre fonti come d'incanto:
        della giovinezza – rapida e ribelle –
        ribolle, corre, brillando e gorgogliando;
        la fonte di Castalia che con l'ispirazione
        nella steppa del mondo gli esuli disseta;
        l'ultima fonte – la fredda fonte dell'oblio,
        che più di tutte placa la febbre del poeta.
        Aleksandr Puskin
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          Scritta da: Gabriella Stigliano

          Il profeta

          In un cupo deserto io vagavo
          dalla sete dello spirito oppresso,
          ed ecco un serafino con sei ali
          mi apparve ad un tratto da presso.
          Lieve come un sogno si avvicinò
          e gli occhi stanchi mi sfiorò.
          Si aprirono le profetiche pupille
          come alle aquile impaurite.
          Poi toccò le mie orecchie,
          e di suoni esse furono empite:
          e vidi in alto degli angeli il volo
          e udii il cielo che fremeva,
          e scorsi il moto delle serpi marine
          e il vinco delle valli che cresceva.
          Poi si accostò alla mia bocca,
          strappò la mia lingua veemente,
          ma frivola, vuota e maligna,
          e l'aculeo del saggio serpente
          nella mia bocca agghiacciata
          ficcò con la destra sanguigna.
          Poi il petto mi aprì con la spada,
          ne tolse il mio cuore tremante,
          e nel petto aperto egli depose
          un carbone ardente e fiammante.
          Come salma nel deserto giacevo,
          ma la voce divina intendevo:
          "alzati, guarda e ascolta, o profeta,
          fa ciò che ho scritto nella mente,
          percorri terre e mari senza tregua,
          con la parola accendi il cuore della gente".
          Aleksandr Puskin
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            Scritta da: Gabriella Stigliano

            Rinascita

            Un barbaro artista il quadro annerisce
            di un genio con mano indolente,
            e il suo disegno iniquo egli traccia
            su quel quadro assurdamente.
            Ma, con gli anni, come vecchie scaglie,
            si stacca l'estraneo colore,
            e l'opera del genio ci appare
            nel suo primitivo splendore.
            Così nell'anima mia travagliata
            scompaiono gli errori compiuti,
            e tornano in essa le visioni
            dei limpidi giorni vissuti.
            Aleksandr Puskin
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              Scritta da: mor-joy

              Ricordo il meraviglioso istante

              Ricordo il meraviglioso istante: davanti a me apparisti tu,
              come una visione fugace, come il genio della pura bellezza.

              Nei tormenti di una tristezza disperata, nelle agitazioni di una rumorosa vanità,
              suonò per me a lungo la tenera voce, e mi apparvero in sogno i cari tratti.

              Passarono gli anni. Il ribelle impeto delle tempeste disperse i sogni di una volta,
              e io dimenticai la tua tenera voce, i tuoi tratti celestiali.

              Nella mia remota e oscura reclusione trascorrevano quietamente i miei giorni
              senza divinità, senza ispirazione, senza lacrime, senza vita, senza amore.

              Ma venne dell'anima il risveglio: ed ecco di nuovo sei apparsa tu,
              come una visione fugace, come il genio della tua pura bellezza.

              E il cuore batte nell'inebriamento, e sono per esso risuscitati di nuovo
              e la divinità e l'ispirazione, e la vita, e le lacrime e l'amore.
              Aleksandr Puskin
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