Scritta da: Alessio Fabretti
in Poesie (Poesie personali)
Ricordi
La villa quieta accoglie i mie passi
varcando i cancelli rugginosi del tempo.
Bambini corrono gioiosi sull'acciottolato.
Le anziane sulle panchine
seguono, lo sguardo festoso,
mentre le giovani mamme
rincorrono i fanciulli giù per la scesa
sino a una fontana asciutta d'età,
vociando "attento".
Scendo alcuni gradini antichi
consunti dai passi, delimitano
ai lati sassi,
e una balaustra sciupata dal tempo,
mi appoggio.
Passo lungo il viale, gli olmi e gli ontani
intrecciano i rami come colonne gotiche
di una cattedrale antica;
una cupola
atterrata, spazzata dal vento
e intemperie consuma.
Uno scoiattolo si arrampica
sul tronco, mobili gli occhi
lanciando uno sguardo, curioso squittisce,
fugge tra i rami.
Distante un laghetto,
le papere al largo giungono alla riva,
i piccoli in processione seguono.
Una panca di pietra mi alloggia.
Il liscio marmo racconta
tempi lontani e una scritta:
divus caesar ornavit.
Chiudo gli occhi e penso.
Odori di terre lontane:
sandalo e spezie giungono,
una vasta distesa sabbiosa,
e una palma abbracciano i miei pensieri.
Composta lunedì 23 novembre 2009