Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
La cicala
Appare volontà quel che fu caso,
un eterno momento,
ma l'occhio il naso suggellò veloce
e la bocca nel vento
ambigua errò per voce
che sempre può parlare.
Questo il ritratto e questo è il mare,
un rudere che striscia
nel suo vecchio calore.
Così dall'ombra mosse
una piccola biscia
fuggendo il suo colore.
Apparvero le fosse
dei morti, il grigioverde
dei topi e dei soldati.
Ha i minuti contati
la morte che perde
e moltiplica i piedi.
Nel sole che vedi
è il sole che langue,
il formicaio del sangue.
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