Sono una piccola formica felice anche per me oggi è giorno di vacanza non devo trasportare pesi enormi sulla testa zampettare in affanno tra gli altri miei colleghi scavare lunghi cunicoli comunicanti. I magazzini sono ben riforniti le derrate alimentari riordinate con cura nelle dispense non sia mai scarseggino le scorte l'ombra di carestia sempre alle porte... Anche per me, dicevo, oggi è giorni di vacanza si lo so, per sovrani e regine ventiquattro misere ore non sono che un istante, di tempo libero loro dispongono in quantità, ma a me operaia, da lungo tempo a digiuno di libertà, ventiquattrore sono preziose e paiono tante. Potrei tentare l'arrampicata libera conquistare la cima della zuccheriera distrattamente aperta da lassù lasciarmi rotolare giù per le pendici bianche e saccarine... Organizzare spedizioni speleologiche tra i cristalli di sale sparsi sul tavolo Tracciare la mia piccola scia sulla farina candida e intatta caduta fresca ieri sera sulla spianatoia Ciondolare lungo le rive del lavello dove galleggiano pacifici barchini a forma di mestolo Oppure rimanere qui sdraiata su questo petalo di orchidea a contemplare la via lattea illuminata da un raggio di sole tra il pulviscolo.
Nella notte i ricordi sono incursioni di cani randagi ecco le piste di terra rossa battuta entrare nella giungla e a Cotonou la puzza invadente di benzina e olio bruciato Fuori città i piedi sprofondati nella sabbia soffice color ocra ancorati a fondo per resistere alla risacca La paura di essere divorata da un paese senza sfumature inghiottita dal buio sovrano chilometro dopo chilometro incontrastato da luci artificiali le stelle mi piovono addosso provocano ustioni mai rimarginate in forma di sorrisi sorrisi bianchissimi e aperti sorrisi di fratelli sembrano di ieri i canti gioiosi nelle chiese di cartone e ovunque i segni dei riti woodoo la pioggia battente raccolta in catini enormi alla fine sono divorata eppure accolta e protetta la vita umana mi sembra di dimensioni più accettabili finalmente alla pari di altre la nascita e la morte quotidianamente tangibili il sapore intenso delle lacrime versate al momento del ritorno me lo ritrovo sulle labbra ogni volta che incontro l'Africa.
Affili la tua gentilezza la sento come una lama fredda sulla mia pelle tu giochi una partita senza rischio mentre io brucio nel fuoco. Diametralmente opposti ci alleniamo in esercizi di homometria contorni di forme senza sostanza potremmo essere grandi ma rimaniamo a guardarci senza vederci pieni di un pesante vuoto come carichi sospesi arenati tra correnti di parole mai pronunciate.
Fedele e traditrice amante, madre, figlia, cara compagna, nemica acerrima, vittima e torturatrice pachamama che nutre pachamama che difende pachamama che uccide e con te muore anche lei un po' ogni giorno leale nel gioco.
seduti sul sedile di macchine da guerra, parlano una lingua strana oltre i grandi prati le case di un paese in calce saranno abbattute per vie diverse il passato ritorna e io sono una piccola donna che non arriva a consolare i suoi piedi stanchi in strada senza musica c'è danza di guerra inaridisce il lago dei sogni a nuoto scivolavo leggera verso l'altra sponda ora cammino sul fango, sui sassi e sempre più spesso sull'asfalto grigio.