Non più vedrò quel sorriso, - l'alito freddo di gennaio appannava i vetri nell'ombra deserta e silenziosa – "È notte, non andare sola, vengo con te". Ora è notte e sola cammino tra il sommesso crepitio delle foglie disseccate d'autunno, contro il duro nevischio nel turbine d'inverno che graffia di lacrime i miei occhi sull'orma del tuo passo lontano. Nell'abisso del gelo cerco il respiro della primavera, rubato dal silenzio dell'anima. Ma, come il sole fulgido risorge all'orizzonte dal notturno abbraccio delle tenebre, così risplende ancora nel tuo sguardo stanco la tenera luce della gioia nel ritrovarci, rosea carezza di nuova aurora nel nostro cielo.
Ad ogni tuo passo che di nuovo ti separa dal mio sguardo si dibattono nella gola parole senza ali, senza forza né tempo per raggiungerti ancora, per chiederti finalmente che anche le tue parole, legate da un nodo oscuro, sciolgano il volo come schiera di candide farfalle danzanti sulle corolle dischiuse. Così continuo a scriverti nel cuore questa infinita lettera trapunta di parole nascoste come tremule gocce stillanti tra i tortuosi anfratti in un carsico abisso, mentre cerco il respiro della luce che apra uno spiraglio nel labirinto delle ombre, perché il mio amore prigioniero fiorisca nel sole.
Quando la sera verrai con il tuo passo tranquillo, unico fra tanti, ancora una piccola goccia fresca scorrerà nell'arsura di questo tempo venato dal rancore. Non più passato, non più futuro – solo questo presente così breve e infinito, unico respiro, unica tremula luce, discesa da remote stelle, come onda di dolcezza si espande nel silenzio del tuo sorriso.
Ancora attendo stasera, come è sempre un'attesa ogni respiro di vita lontano dalla luce del tuo sguardo, infinita attesa, infinito silenzio nell'eterno presente dell'anima. Il tuo passo attendo, promessa sognata di un concorde cammino nel tempo, irraggiungibile desiderio. Così mi aggrappo all'onda infinita che temo di chiamare amore nella profonda ferita della tua assenza, come la foglia tremante s'affida al soffio caldo del vento, cercando l'amato sorriso del sole.
Nostalgia della luce nel silenzio dell'ombra, cerchio di solitudine. Le tue labbra serrate da lotte amare, sigillo ostinato, inconsolabile al mio sguardo. I miei occhi stanchi nel vigile pensiero di pace e di conforto a piaga immendicabile. Così ci consuma il desiderio d'amore inappagato, forte come il dolore, che saldo ci unisce nella triste lontananza.