Scritta da: Andrea Bidin
in Poesie (Poesie personali)
Desiderio inutile
Cantava le lodi di un grande uomo
in grado di affrontare ogni tipo d'ingiustizia
il coraggio e la fede erano le sue virtù
l'istinto omicida una semplice vanità
Affrontava i nemici con il cuore in gola
era l'eccitazione e non paura ad agitarlo tanto
il desiderio di sgozzare il proprio avversario
ancor prima di cominciar quel maledetto incontro
Il pubblico amava la violenza becera
ma l'assenza di spettacolo sonoramente disprezzava
il biglietto si pagava per vedere il sangue
della fine d'una tortura doveva esser l'attestato
Le battaglie infuriavano tra le urla e colpi bassi
la sofferenza dei combattenti era motivo d'interesse
il giubilo giungeva solo dopo una morte deprimente
che vedeva i nemici agonizzare al suolo
Eppur lui di ciò non si preoccupava
quel che gli importava era solo la vittoria
come viatico universale per giungere ad un risultato
che portasse nel mondo un minimo di pace
I metodi che utilizzava agli altri non dovevano importare
doveva contare solo lo scopo ultimo
rivendicare il proprio bisogno di libertà e tranquillità
scannando chi intralciava quel sogno idilliaco
Per ciò la gente non lo amava
la spettacolarità non lo ammaliava
solo il sangue lui bramava
di colui che fermar lo voleva
L'opinione pubblica fortemente odiava
lo scopo di quell'interesse lo disgustava
il desiderio del macabro solitario dominava
nell'osservar le gesta di quei disperati
Disperato non si considerava
eroe di guerra esser voleva
ma il concetto di eroe la gente stravolgeva
quello senza macchia nemmeno sapevan chi era
fu così che i suoi sogni abbandonò
un mondo in cui la violenza era fine a se stessa
in cui il successo era l'unico scopo
il desiderio di sangue era spettacolo nello spettacolo
e di quel circo mediatico non desiderava esser parte
di sognar gesta eroiche stancato si era
un eroe in quel mondo poco valeva
se le sue azioni si stravolgevano
depose la penna e cestinò quei fogli colmi di sogni
non si confacevano alla contemporaneità che lo viveva
spender fatica ad immaginar una persona
che ora come ora esister non poteva
con forza spinse sui poggia braccia della sedia
giocando col bilanciamento e la gravità
si lasciò cadere sulla sedia accanto
che un moto d'azione fisico poteva regalargli
le gambe più non funzionavano
l'immaginazione però non l'aveva abbandonato
ma immaginare per chi valeva la pena
se non per se stesso ad evadere da quell'orrido mondo?
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