Scritta da: Andrea M.
in Poesie (Poesie personali)
Fremito vicino
Un no ci divide,
un si ci unisce,
un forse ci lascia vivere
nella stessa fervida ignoranza
legata alla paura di amare.
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Un no ci divide,
un si ci unisce,
un forse ci lascia vivere
nella stessa fervida ignoranza
legata alla paura di amare.
Così sta. Fiero ed impaurito
attento ed addolcito
dal vento fresco,
donato, dal generoso mattino.
Uno dopo l'altro, uno dopo l'altro
passano i giganti per svegliare i piccini di soprassalto.
Si avvicina scaltro
scivola con cura
Devasta con calma
Ormai purtroppo non c'è più misura.
Non solo loro misura non trovan.
Passo, dopo passo, dopo passo, il mio cuor si scalma.
Nero cielo d'un nero abisso
Sembra un chiodo nel mio cuor infisso.
Sembra cadere, sembra restare,
non vedo più luce da poter cercare.
È un allegoria infinita di stelle buie,
spente anch'esse nella speranza.
Sento già troppo o troppo poco,
con l'unica cosa che mi rimane,
la speranza.
Ora devo andare verso un vuoto immane,
Ritorno nel buio della mia fredda, asettica stanza.
È muschio impercettibile,
un'umidità incontenibile.
Si spande nell'ultima intima scaglia d'anima
ti infetta, ti conquista, ti plagia
ti rende succube servitore
d'ignoranza svelatamente annunciata.
Brividi sono,
Freschezza di una nuova avventura
Incalcolabile Fermento
Di un'instabile memento.
Nell'ibrido mio cor
Non si sazia di dolor...
Sguazza nell'inganno,
Vive nell'ignoranza
Ed è,
Pesante peso
In un pesante fardello.
Ora è anestesia totale.
Passivo per te, già troppo sconfitto.
È violenza legale
rabbia racchiusa in involucri di insicurezza
mi scoppietta in petto per uscire
mi comporto con accortezza
io voglio rinvenire
hai già lasciato la mano
non ci credi più nemmeno tu
sei il mio universo umanizzato
a due passi dal mio volto.
Così vicino,
così lontano.
Cancellarti è impossibile
sei stampo indelebile sulla mia pelle
un corpo impassibile.
Una cometa, imprendibile.
La tua scia non mi basta più.
Non è possibile fingere in eterno,
io voglio felicità.
Mi brucia nello sterno
l'irraggiungibile verità
l'innegabile realtà
della mia infelicità.
Sei il pozzo delle mie lacrime
la mia prigione di filo spinato
per te divento un cuore di nero catrame
la mia lingua è acido veleno
Sono come il vento che mi frusta l'anima
Come il boia che mi uccide in eterno
Come Lucifero che cade dal cielo
Credendosi angelo in un mondo di demoni.
Tangibili sospiri di mortali critiche
latitanti liriche, imprendibili irraggiungibili
Secche lacrime
Nell'inquietudine dell'illusionante
regno del pesante
Vivere.
In notti di insofferenza
mi ritrovo nell'immagine
soffiata nell'apparenza
di un ineluttabile margine,
scandita solo dai ricordi
trapassata dal gelo
crescente svanisce nel cielo
all'ora mezzodì.