Se sai che t'amo, ascolta: dissolvi i tuoi timori il tuo sogno non sfiorire sbalza oltre la foschia e al limine esteso il tuo sguardo ancora mi ritrovi. Son qui che ti aspetto mentre la sabbia scivola nella clessidra e il tempo della nostra vita si consuma| Fa presto! Ritorna! Riportami i tuoi baci ancora le dita della tua mano si intreccino alle mie le labbra tue dolci incontri come la prima volta, vieni libera il mio pensiero dal labirinto senza uscite se intrappolato vaga tra le stanze della tua assenza. Cedi a questa dolcezza che ti insidia, placa l'arsura del cuore smarrito tra le dune in cui il tuo editto l'ha confinato abbandoni poi il mio sudario intriso di nostalgia e di malinconia. Vieni: è certezza quest'amore che dentro tuona lampeggia e dà acqua alla tua rosa in agonia sradicami dal ceppo a cui la catena della tua indifferenza mi imprigiona. Dai piglio a quest'affetto che si accende nel mio petto se vicina ti penso e un'onda di tenerezza segreta ti raggiunge sotto l'arco di chiarore che ti illumina come un sole continuiamo a vivere in uno scambio di sogni e mescoliamo le nostre vite. Dubbiosa, che possiamo perdere se null'altro di tangibile s'afferra dal vorticoso vuoto dei giorni? Sbalza, sbalza oltre le rovine datti ali immortali e spirito ritrovami afferrami e portami con te in alto oltre le miserie della vita ove solo soffi d'amore spirano. È sulle scale dell'essere che sfinito t'aspetto come respiro che ritorni! Vuoi che io qui muoia o mi rialzi pieno di vita e aumentato di amore ti dia ancora il braccio e risalga verso la luce? Resterò su questa scala a filtrare dal silenzio il rumore dei tuoi passi a sillabare domani le tre sillabe del tuo nome per ridarti un volto. Se sai che t'amo, ritorna varca il confine e abbracciami prima che su quelle scale io muoia.
Accade dall'inizio del mondo che si cerchi una donna tra fiori e pattume si rovista: una a caso ne incontri si calma il bisogno di sentimenti e di emozioni, sfoca l'istinto. Beatrice Laura Clizia Messalina Lucrezia creature del sogno o della carnalità angeli salvifici o demoni rugiada d'anima o tormento dei sensi esistenze illuminano o oscurano la mente di un uomo possiedono, se non inganni, ebbrezze e gioie a cuori sedotti pur regalano. Se sante o puttane le incontri non è dato saperlo, prima solo quelle al bordo di una strada o immolate alla fedeltà non lasciano dubbi. Quanto tempo onirica visione o vergine sorriso ho perduto a cercare l'amore che non c'è e a raccogliere solo dolore! Hobbista e consumatrice di uomini protesa a nuova ricerca sradicarti da me per rinascere non sapendo io morire: è questa la mia fuga! Fossi stata lucciola leale e ti fossi posata sul cuore avresti lasciata una traccia luminosa: non la lussuria di una bocca l'avido possesso dell'apice di due gambe o un orifizio penetrato posso incidere a memoria sulla lapide che conserva le spoglie del sogno senza tempo decapitato dall'enfasi di una perfidia! Escremento di Eros, medusa incattivita, nel mare delle invertebrate esistenze galleggia pure inanimata! Nuda impurità al mio antipodo mai raggiungere potrai l'isola dei sospiri lì, valori e amore vivono illibati e omaggio si rende solo a vite esemplari.
Taci stupido orgoglio smorza l'insorta rancura che deluso come fuoco mi brucia! Inviperito non sospingermi abbuiato sull'orlo del pendio che scoscende fino alla fossa: abboniscimi, giungere là non voglio così infangarmi non posso... Pur se amor in petto infuria ma nulla lo cura o la carezza di una mano lo sfiora, ancora zitto zitto nell'ombra restiamo e facciamo finta di niente. Impietoso non ricordarmi che offrir volevo in dono a chi non sapeva che farsene l'oro colato dai miei sospiri. Luce non può raccogliere chi ha già occhi chiusi fragore di cuore non scuote il sordo: sasso egli resta agli scoppi di spolette d'amore tutto assorto nel suo torpore! Ah cuore, cuore immiserito come ieri non te ne sei accorto! Randeggiare, non approdare questo ci poteva essere concesso... quando avvistammo l'isola dei sogni! Dopo affondo per vortici d'assenza ora puro marame ogni riva ci respinge; sull'animo da inganno fatto diaspro un soffiar di giorni cosparge le spente ceneri di un ultimo ceppo di illusioni! Taci, taci impennato orgoglio attizzato e indignato non insorgere non inveire contro l'Invisibile o chiunque altro umano fariseo che appostato nel silenzio ci derida! Andiamo, proseguiamo pure... spogliati di miraggi e di speranze continuiamo il gravoso viaggio. Dalla prigionia del corpo sforziamo un sorriso; finti vivi e maschera, affettiamo un cordiale gesto di saluto rivolti al passante ignaro che incontreremo domani; a chi estraneo, al cuore mai appuntamento potrà dare.