Donare un sorriso, basta così poco, un muover di labbra e tutto risplende all'intorno, sorridono gli occhi la luce accende il tuo volto e chi ti vede apre il suo cuore. Il sorriso è sole nella luce del giorno, è luce nell'ombra della sera, il sorriso illumina il mondo, e alimenta l'amore che ha intorno...
Le note che si irradiano nell'aria la loro danza trasmette sensazioni aggraziate. Suoni magici di onde armoniose, emozioni non provate. Melodie uniche in momenti silenziosi... Dolcezza invade l'essere e sei consapevole d'esser parte di un mondo magico, surreale e infinito... E la musica va.
Ricordi d'infanzia... Indietro nel tempo affiorano anni vissuti: l'infanzia gioiosa e i giorni d'estate novelle narrate, o ricordi dei nonni. Cantano bimbi e sorridono o piangono, momenti di storia, di lucciole e prati, di lire passate, novene cantate nel mese di maggio. Oh le corse spavalde nei campi, in un prato.
E il ricordo s'accende, ricordo d'infanzia gioioso, ricordo di un giorno qualunque...
Sono il vento che genera lamento, che cade e s'alza, che ride e canta. Son la voce che si sparpaglia, il tormento che crea scontento e la pioggia sono che porta lacrime, sono il tramonto che porta amore. E poi sono l'alba che porta il giorno, sono la vita: sono il tuo sogno.
Un legame che va oltre il tempo oltre il vento lontano dal corpo vicino nel cuore vivere e soffrire basta poco e si è vicini un pensiero sfiora l'anima una carezza arriva lontano un suono è un ricordo una canzone è desiderio e il legame è più intatto che mai.
Urla nel silenzio: non parla il cuore non parla la mente solo l'istino di una verità. Giullari di cera cantano vittoria nella corte decrepita di un vecchio palazzo.
Ancora urla: l'apparire nascosto dietro simulacri stantii di buonismo e pentimento, l'uomo parla mille lingue danza il suo futuro più nero, non pensa la mente gioca solo l'interesse...
Cattedrali vuote erette nel profitto e dalla rabbia di chi è costretto a costruire in giorni tutti uguali, chiuso nella discarica di un volto senza tempo.
Giullari di una corte svanita e pagliacci di un tempo reale...
Acquerello di colori dove sgorga la poesia, meriggi assolati e crepuscoli rosati, albe lucenti: dove il sole si diletta a carezzar girasoli...
Luna che gioca con sentinelle di cipressi, querce che abbracciano il sonno e canti d'uccelli.
Terra antica: dove la storia gronda da ogni lato fra ulivi e viti e remoti casolari vecchi castelli. Colline acerbe e sode come seni di ragazza; e il parlare duro e deciso ricorda il rumore delle balestre...
Terra graffiante e sincera ospitale e chiusa terra che inganna ma onesta terra di casa mia...
Giorno triste di una notte infinita, danza la mente nell'oblio della disperazione... Triste la notte questa notte dove il canto del gallo desta da un torpore denso; pensieri imperfetti per trovare il senso. Un canto antico: Caino e Abele si abbattono di nuovo, lucida follia nelle strade del mistero, oltre il silenzio: il suicidio dell'anima.