In un lucido vespro, esteso come il tedio, quando l'estate torrida brandisce la sua lancia, d'un greve sogno mio lo spettro riflettevano mille ombre drizzate in fila sulla piana. Era purpureo specchio la gloria del tramonto, era un vetro di fiamme, che scagliava al vetusto infinito il pesante sogno sulla pianura... Ed io sentii lo sprone sonoro del mio passo echeggiare lontano nel tramonto sanguigno, e più oltre l'allegro canto d'un'alba pura.
Lo scafo consunto e verdiccio della vecchia feluca riposa sul lido... sembra la vela mozzata che sogni ancora nel sole e nel mare. Il mare ribolle e canta... Il mare è un sogno sonoro sotto il sole d'aprile. Il mare ribolle e ride con le onde turchine e spume di latte e argento, il mare ribolle e ride sotto il cielo turchino. Il mare lattescente, il mare rutilante, che risa azzurre ride sulle sue cetre d'argento... Ribolle e ride il mare!... L'aria pare che dorma incantata nella fulgida nebbia del sole bianchiccio. Palpita il gabbiano nell'aria assopita, e al tardo sonnolento volare, si spicca e si perde nella foschia del sole.
Dalla soglia di un sogno mi chiamarono era la buona voce, amata voce. Dimmi: verrai con me a vedere l'anima? una carezza mi raggiunse il cuore. Sempre con te… ed avanzai nel sogno per una lunga, spoglia galleria; sentii sfiorarmi la sua veste pura e il palpito soave della mano amica.