Semmai ti amassi sappi che non ti amerei per me, per sentirmi vivo, per sentirmi meno solo. Semmai ti amassi lo farei per viverti, per non perdermi un giorno dei tuoi occhi, per non lasciare una sera la tua mano. Semmai ti amassi saprei che di me ami l'uomo che sono ed il bambino che resta, e non lo farai crescere controvoglia lo cullerai nelle sue paure, lo aspetterai nei suoi sogni. Semmai ti amassi sappi che non ti amerei per ore, né per giorni, né per mesi, né per anni, lo farei per secondi, minuti, attimi, di nascosto in mezzo ai vicoli, tra la folla in pieno giorno. Semmai ti amassi ti racconterei di queste parole, di anonimi sguardi, di notevoli silenzi, di rincorse con le ansie sulle spalle, e sorriderai muovendo i tuoi capelli per asciugarli al sole di primavera. Semmai sapessi nascondermi meglio, per non rischiare di abbracciarti, per non osare di sfiorarti, per non sciupare i tuoi dubbi, sarei meno banale, meno confuso. Semmai finissero queste parole, che nulla possono, nulla cambiano, mi alzerei da questo fumo, per posare, tra le altre due, questa lettera a nessuno.
Siamo andati in rovina quando abbiamo dismesso gli occhi per guardarci con le dita. Siamo andati in scadenza, quando abbiamo catologato le emozioni in cronologie. Sul punto di andarsene me lo disse e le guardai la schiena soffermandomi sui capelli tenuti su a caso, come una bandiera di semplicità.
Siamo andati in confusione quando l'abbiamo appiattita, per omologarci ai silenzi. Siamo andati e tornati, ripartiti e arrivati, restando fermi senza portarci nulla dietro. Sul punto di andarsene me lo disse e si fermò, tra il divano e la porta. Ci siamo dimenticati la memoria, le bottiglie di birra sui muretti, le anime sospese nelle lettere Sul punto di andarsene, la raggiunsi e l'abbracciai, mi strinse le mani sul ventre, poggiò la nuca sulla mia spalla e attendemmo il tramonto.
Io amo la luna, non tu, che sei mattino fresco, pugno di sole timido che risale adagio e schietto. Io amo la luna, non tu quando aspetto la sabbia fredda, sui piedi ansiosi, di corse senza mete. Guardala, anche se non la vedi, fissala scansando i muri, dipingi le sue macchie di dubbi, chiedile di restare muta, ma ascoltala quando si scompone, a metà, a spicchi, fina, intera, accanto al cielo, leggera. Io amo la luna, non tu che assapori l'alba con le labbra dei sogni appena finiti.
Tutto quel che ho perso, l'ho perso da solo, come ciò che ho urlato, l'ho urlato da muto. Tutto ciò che porto dentro l'ho trovato altrove, e altrove l'ho lasciato morire. E so già che da solo sarò per sempre, ogni volta che serve, capire dove attaccano i fili, che ci tengono fermi al presente. Tutto quel che ho dato, l'ho dato da solo, come ciò che ho capito, nella solitudine dell'amore.
Ricordi? Facemmo volare un palloncino, gli affidammo due promesse, qualche smanceria e dei momenti. Chissà dove arrivò, quanta strada tra nuvole e aria quanta polvere ha portato via. Ricordi? Gli demmo anche un nome, lo seguimmo con gli occhi - da innamorata ti si schiarivano, lucidi- lasciare dietro il nastro sottile: ondeggiare. Saliva fiero verso il sole, danzando e benedicendo il nostro cuore, e poi via dalla nostra vista: troppo piccola per tenergli il passo. Ricordi? facemmo volare un palloncino, liberandolo dall'asfalto, sporco, corrotto, rovinato, regalandogli i nostri occhi alleati. Chissà se almeno lui, li ha tenuti.