Le migliori poesie di Arthur Rimbaud

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Scritta da: Silvana Stremiz

Lacrima

Lontano da uccelli, da greggi, da paesane,
io bevevo, rannicchiato in una brughiera,
cinta da una selva di noccioli leggera,
in verdi e tiepide foschie meridiane.

Che potevo bere in quella giovane Oïsa,
muti olmi, cielo coperto, erba senza fiori.
Che spillavo alla mia fiasca di colocasia?
Un liquore d'oro, insulso, che dà sudori.

Cattiva insegna d'osteria sarei stato.
Poi il temporale mutò il cielo, fino a sera.
Furon laghi, pertiche, stazioni, una nera
regione, e nella notte blu fu un colonnato.

L'acqua dei boschi moriva alla verginale
sabbia, e il vento, dal cielo, ghiacciava acquitrini...
Io, pescatore d'oro e di gusci marini,
dire che non pensai di bere, come tale!
Arthur Rimbaud
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    Venere Anadiomene

    Come da un verde feretro di latta, una testa
    Dai bruni capelli esageratamente impomatati
    Da una vecchia tinozza emerge, lenta e ottusa,
    Con qualche deficienza piuttosto malmessa;

    e il collo grasso e grigio, le scapole larghe
    Sporgenti; il dorso corto che rientra ed esce;
    e i fianchi tondi che sembrano spiccar il volo;
    Il grasso sotto la pelle appare in piatte falde;

    La schiena è un po' rossa; e tutto ha un odore
    Stranamente orrendo; si notano soprattutto
    Cose singolari da osservare con la lente...

    Le reni hanno incise due parole: Clara Venus;
    e tutto questo corpo si muove e porge l'ampia groppa
    Schifosamente bella per un'ulcera all'ano.
    Arthur Rimbaud
    Composta martedì 13 ottobre 2009
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Vocali

      A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu:
      vocali,
      Dirò un giorno le vostre origini latenti:
      A nero busto irsuto delle mosche lucenti
      Che ronzano vicino a fetori crudeli,

      Golfi bui; E, candori di vapori e di tende,
      Lance di ghiacciai, bianchi re, brividi
      d'umbelle;
      I, sangue e sputi, porpore, riso di labbra
      belle
      Nella collera o nelle ebbrezze penitenti;

      U, fremiti divini di verdi mari, cicli,
      Pace di bestie al pascolo, pace di quelle
      rughe
      Che imprime alchìmia all'ampia fronte dello
      studioso;

      O, la superna Tromba piena di strani stridi,
      Silenzi visitati dagli Angeli e dai Mondi:
      - O, l'Omega, violetto raggio di quei Suoi
      Occhi!
      Arthur Rimbaud
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