Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)
L'eternità
È stata ritrovata!
- Cosa? - l'Eternità.
È il mare unito
Al sole.
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È stata ritrovata!
- Cosa? - l'Eternità.
È il mare unito
Al sole.
Lontano da uccelli, da greggi, da paesane,
io bevevo, rannicchiato in una brughiera,
cinta da una selva di noccioli leggera,
in verdi e tiepide foschie meridiane.
Che potevo bere in quella giovane Oïsa,
muti olmi, cielo coperto, erba senza fiori.
Che spillavo alla mia fiasca di colocasia?
Un liquore d'oro, insulso, che dà sudori.
Cattiva insegna d'osteria sarei stato.
Poi il temporale mutò il cielo, fino a sera.
Furon laghi, pertiche, stazioni, una nera
regione, e nella notte blu fu un colonnato.
L'acqua dei boschi moriva alla verginale
sabbia, e il vento, dal cielo, ghiacciava acquitrini...
Io, pescatore d'oro e di gusci marini,
dire che non pensai di bere, come tale!
La poesia non ritmerà più l'azione. Sarà in avanti.
Come da un verde feretro di latta, una testa
Dai bruni capelli esageratamente impomatati
Da una vecchia tinozza emerge, lenta e ottusa,
Con qualche deficienza piuttosto malmessa;
e il collo grasso e grigio, le scapole larghe
Sporgenti; il dorso corto che rientra ed esce;
e i fianchi tondi che sembrano spiccar il volo;
Il grasso sotto la pelle appare in piatte falde;
La schiena è un po' rossa; e tutto ha un odore
Stranamente orrendo; si notano soprattutto
Cose singolari da osservare con la lente...
Le reni hanno incise due parole: Clara Venus;
e tutto questo corpo si muove e porge l'ampia groppa
Schifosamente bella per un'ulcera all'ano.
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu:
vocali,
Dirò un giorno le vostre origini latenti:
A nero busto irsuto delle mosche lucenti
Che ronzano vicino a fetori crudeli,
Golfi bui; E, candori di vapori e di tende,
Lance di ghiacciai, bianchi re, brividi
d'umbelle;
I, sangue e sputi, porpore, riso di labbra
belle
Nella collera o nelle ebbrezze penitenti;
U, fremiti divini di verdi mari, cicli,
Pace di bestie al pascolo, pace di quelle
rughe
Che imprime alchìmia all'ampia fronte dello
studioso;
O, la superna Tromba piena di strani stridi,
Silenzi visitati dagli Angeli e dai Mondi:
- O, l'Omega, violetto raggio di quei Suoi
Occhi!