Scritta da: Arturo Donadoni
in Poesie (Poesie catartiche)
Ho tracciato una linea
sono sazio.
Commenta
Ho tracciato una linea
sono sazio.
Ho camminato, ho visto, ho sentito.
Ora mi siedo,
è giusto che me né lavi le mani?
Mani bianche
mani nere
mani chiuse
mani tese
mani pulite o insanguinate.
Quanto bene quanto male fan le mani.
In questo mare di mani non sò bene come sono le mie mani,
dove sono
cosa fanno
dove vanno le mie mani.
Se son bianche
se son nere
se son chiuse
se son tese
se son pulite o insanguinate
se fan bene
se fan male le mie mani.
I verdi, i gialli, gli azzurri ed i rosa,
sono induriti sulla tavolozza,
cristallizzati come le parole di pace.
Le voci son le stesse, non le parole.
I pennelli diluiscono solo rossi, neri e viola.
Cammino nel parco,
godo del tepore che mi regala il sole
e sento che è già stato.
Cammino sui monti,
respiro il profumo di fiori,
e sento che è già stato.
Cammino al confine del mare,
dalle onde mi lascio baciare,
e sento che è già stato.
Cammino sull'asfalto,
sono circondato solo da cemento,
respiro,
ma non sento profumo,
sento calore,
ma non è tepore,
Ho una stretta al cuore,
ma non è emozione,
non è l'emozione che mi dà la vista del mare,
non è l'emozione che in cima ai monti io posso sentire.
È paura,
è paura perché sento che cosi non è mai stato.
Consueto volgere del giorno e la notte,
consueta vita,
consueto egoismo, violenza e vendetta,
inconsueta riflessione.
Volo in alto col pensiero
vedo il mondo con la mente.
Chiudo le ali e sopra mi ci siedo
è allora, che con la tavolozza me lo rileggo.
Oltre l'immenso
l'angoscia del nulla.
Al di là di quegli alberi forse c'è un prato verde
forse c'è acqua limpida
al di là di quei monti forse c'è un tappeto di fiori
forse c'è quel silenzio che ti riempie il cuore.
Al di là di quegli alberi ci sono solo ciminiere
c'è solo del fumo nero
al di là di quei monti
in un lago di catrame c'è solo una città.
Ora il prato verde
l'acqua limpida
il tappeto di fiori e quel silenzio
te li posso solo raccontare
Quando i miei occhi erano vivi come ituoi
la mia anima pura come la tua
ho bevuto l'acqua limpida che poi ho sporcato
ho corso sul verde prato che poi ho bruciato
ho dormito sul tappeto di fiori che poi ho strappato
c'era quel silenzio
ma non l'ho sentito.
Un giorno ti prenderò per mano
lo farò te lo prometto
ti porterò al di là di quegli alberi
al di là di quei monti
e ti renderò ciò che ho avuto
e a tè ho negato.
allora forse potrò dormire
nel silenzio in quel verde prato.
Se questa mia speranza sarà vana
scusami figlio mio
perdonami per quello che ti ho rubato.
In ogni momento si alza un lamento
da questo mondo demente che da sempre mente
ogni lamento, tormento e rimpianto
si alza come un manto con il vento
ma nessun pastore lo raccoglie, lo vede
e si perde la fede.
Allora, tutto è scomparso
tutto, a cosa è valso?
le parole che vere abbiamo credute ora sono mute
avere ancora fede o non credere finché non la si vede?.
Ogni mente si contorce, si storpia
per questa domanda che risposta non abbia
non abbia risposta simile domanda che il cuore di ognuno turba
non abbia a sapere chi ancora ha fede
che simili dubbi possano nascere in menti ancore serene.
Vorrei sentirmi solo su un'isola
guardare il volo di gabbiani
e non vedere più inutili cose
vorrei sentirmi solo su un'isola
ascoltare la voce del mondo
e non sentire più inutili parole.